Non toccate il politico che non è abituato alle critiche
Luca Novelli sul servizio de Il Piccolo: "Parolai, incapaci e discriminatori"
All’ennesimo scivolone su Facebook di un amministratore comunale di Alessandria, “Il Piccolo” ha pensato, nell’edizione di venerdì scorso, di dedicare una pagina al rapporto tra politici e social, negli ultimi tempi tutt’altro che edificante fra chi s’è mostrato maleducato, che si è lanciato in provocazioni inopportune e chi s’è lasciato andare in frasi trasudanti razzismo.
LEGGI L’ARTICOLO “RAZZISTI, INOPPORTUNI E MALEDUCATI. I POLITICI SUI SOCIAL? UN VERO DISASTRO”
Ci siamo anche rivolti a un docente di assoluta qualità come Marco Revelli: su di lui si hanno pochi dubbi, sia sull’appartenenza politica che sulla lucidità di pensiero. Dopo un weekend di apparente silenzio, lunedì ecco gli strali vergati da alcuni di quelli che sono stati coinvolti dalla nostra inchiesta, con attacchi, anche piuttosto feroci, al giornale reo d’avere denunciato il malcostume, con tanto di nomi e infografica esplicativa, e a giornalisti mercenari, al soldo non si è capito bene di chi.
Il titolo dell’inchiesta era: “Razzisti, inopportuni, maleducati. I politici sui social? Un vero disastro”. Chi (più o meno velatamente) continua a discriminare gli immigrati rientra nella categoria del razzista; chi, di fronte al Covid che uccide, alimenta il negazionismo è perlomeno inopportuno; chi consiglia a una donna, rea di avere un’opinione diversa dalla sua, di usare le dita per provare piacere personale è maleducato, se non molto peggio.
Questo ha scritto “Il Piccolo” venerdì: nessun sensazionalismo, nessuna polemica gratuita, solo un’analisi (se con imperfezioni ci scusiamo, come già fatto con un interessato) di un fenomeno (l’uso poco avveduto dei social da parte dei politici) che sta dilagando sempre più, alimentando l’esasperazione dei toni peraltro in un periodo già catastrofico di suo.
C’è stato chi si è sentito offeso perché non si reputa razzista (sarà vero, ma certi suoi post sono l’emblema dell’inopportunità), chi ha scritto che ce la prendiamo solo col centrodestra (Davvero? Eppure il servizio trattava di esponenti del Pd, del M5s, di civici…) e chi, come l’assessore di Casale, Luca Novelli, scrive su Facebook che saremmo “parolai, incapaci e discriminatori” e che saremmo meritevoli di “epiteti poco ortodossi”, ma per (nostra) fortuna “oggi mi sento un signore”. Segue un elenco di buone azioni compiute a favore dei propri concittadini. Lodevolissimo.
Ciò non toglie che lo si possa criticare (peraltro con toni decisamente sfumati) per strafalcioni linguistici che sarebbero certamente più tollerabili se, appunto, non fossero propri di un assessore di una città di 34mila abitanti. Alcuni dei quali, paladini a protezione del territorio violato dal “giornale mandrogno” (che in realtà è un giornale della provincia guidato proprio, pensa te, da un monferrino), si sono precipitati a difendere per iscritto il loro amministratore con toni da curva da stadio, rivendicando una sorta di primato casalese che, a leggere e rileggere l’articolo, non è mai stato messo in discussione, se non altro perché l’inchiesta aveva tutt’altro argomento.
La sensazione è che la difesa collettiva del Conterraneo sia stata orchestrata acriticamente, senza avere la minima idea di cosa fosse stato effettivamente scritto sul giornale. Sarebbe bastato avere la pazienza di leggere “le parole piccole” anziché limitarsi al titolo e alle considerazioni di Novelli. E, con la giusta dose di lucidità, che contrasta con lo schiumare rabbia e la rivalità territoriale, si sarebbe perfino potuto produrre una critica costruttiva. Parliamone. Entriamo nel merito. Intavoliamo un dibattito che possa essere utile. Questo interessava e interessa a noi che abbiamo scritto e a tutti quegli altri che, approvando o disapprovando, hanno almeno fatto lo sforzo di ragionare.
Purtroppo, esasperazione e permalosità hanno larga diffusione, così come il senso di infallibilità di chi, evidentemente, è abituato a circondarsi di persone accondiscendenti. Per quanto ci riguarda, apprezziamo anche (forse soprattutto) chi ci critica, perfin duramente, ma con argomenti validi. Ci serve per migliorare. Solo dopo semmai penseremo, avessimo necessità di recuperare l’autostima, a elencare quel che di buono ha fatto, in quasi cent’anni, il giornale della provincia.