Il judo piange Italo Branella
Fatale il virus al maestro che ha cresciuto centinaia di giovani
ALESSANDRIA – Un altro lutto per lo sport provinciale: domani mattina, alle 9.30, al cimitero di San Michele, sarà dato l’ultimo saluto, e la benedizione, a Italo Branella, maestro di judo, fra i primi a insegnare anche karate e aikido in città, quando ancora queste arti marziali erano poco diffuse e poco praticate e lui le aveva apprese dal mastro Sugiyama, a Torino, cintura nera 8° dan, mandato dal Giappone in Italia.
Branella, classe 1942 (avrebbe compoiuto 78 anni il 30 novembre), si è arreso al covid. Una lunga storia di allenamenti e gare, centinaia di atleti cresciuti sotto la sua guida. “Ha educato generazioni di donne e uomini, prima ancora che di judoka – ricorda Alessio Miceli, uno degli allievi, oggi anche lui tecnico – Un esempio di umiltà e dedizione, affettuoso e incoraggiante quando serviva, severo senza mai umiliarci, appassionato e votato all’educazione dei giovani”.
Aveva iniziato insieme a Mario Giardi, compagni di società poi, Branella ad Alessandria e Giardi a Valenza, hanno proseguito un cammino di formazione e avvicinamento, soprattutto al judo, di giovani. “Con i suoi metodi – ricorda Silvia Fornaro, allieva e ora allenatrice – il mastro Branella è riuscito a portare tanti atleti cresciuti al Dlf a vincere medaglie importanti a livello nazionale e internazionale. Era una persona umile, che non ha mai voluto essere al centro dell’attenzione: prima di tutto i suoi atleti, di tutte le età. Un maestro di sport e di vita, che ci lascia una grande eredità”. Uno dei figli, Moreno, è anche lui maestro di judo.