Stavano per sequestrare un imprenditore: tra gli arrestati un alessandrino
GENOVA – E’ nato ad Alessandria Bruno Pavese, 41 anni, da tempo però residente nell’astigiano, uno dei sei arrestati nel savonese, con l’accusa di accingersi a sequestrare sequestrare a scopo di estorsione un noto imprenditore del catering genovese. Secondo gli investigatori, Pavese avrebbe dovuto avere un ruolo di “carceriere” del sequestrato, insieme ad altri.
Scopo? Ottenere un riscatto per poi acquistare, secondo gli investigatori, droga.
Una vicenda quasi da film, a tratti rocambolesca, nella quale la Polizia ha fatto irruzione in un hotel di Varazze, dove il gruppo degli arrestati voleva attirare la vittima designata. Un tranello, hanno spiegato il procuratore di Savona Ubaldo Pelosi, il questore Giannina Roatta e il capo della Squadra Mobile Rosalba Garello.
La scusa con la quale progettavano di attirare in una stanza dell’albergo l’imprenditore era organizzare un ricevimento di alto livello e quindi, alto costo. Soltanto che, hanno spiegato gli inquirenti, nel corso di una conferenza stampa, il gruppo era già sotto controllo della Polizia, in quanto ritenuto organizzazione dedita al commercio di droga. Ed il piano è stato scoperto grazie ad intercettazioni telefoniche, per cui all’appuntamento con quelli che sarebbero finti clienti del catering, si sono presentati poliziotti in borghese.
L’imprenditore è stato messo in sicurezza dagli agenti prima che raggiungesse l’hotel con la scusa di un controllo Covid, e sostituito da un poliziotto che si è presentato in albergo, dove la Polizia ha chiuso le vie di fughe alle persone finite in carcere e fatto scattare il blitz.
Gli indagati, oltre a Pavese, sono Davide Termine 25 anni, Davide Girlanda, 35 anni, Claudio Isosceli, 43 anni, tutti abitanti a Torino. Quest’ultimo proprietario dell’albergo varazzino. Abita invece a Varazze Samantha Pluchino, 25 anni, mentre è di Pavia, Viviana Amoretti, 28 anni.
Operazione, ha illustrato il questore Roatta, per cui è stato vano ogni tentativo di sottrarsi agli arresti da parte dei vari componenti della banda, secondo la Polizia, formata da spacciatori. Le indagini erano iniziate da mesi, come detto, quale inchiesta sullo spaccio di sostanze stupefacenti. Dalle intercettazioni è emerso invece che stava per essere messo in atto un sequestro di persona estorsivo. Il procuratore capo di Savona Ubaldo Pelosi ha informato che gli agenti hanno anche sequestrato armi, droga Nell’albergo sono state sequestrate invece corde, passamontagna, ricetrasmittenti, fascette, pinze e lenzuola.
Nel corso dei primi interrogatori degli indagati da parte del pm Claudio Martini alcuni degli arrestati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere; altri avrebbero fatto parziali ammissioni. Avrebbero spiegato che non intendevano fare del male all’imprenditore, da oltre 40 anni nel settore e che ha anche spiegato a chi lo ha salvato dal sequestro come stia vivendo un momento economicamente difficile a causa della pandemia. E pare sarebbe stata di 250 mila euro la richiesta per il riscatto da presentare ai familiari. Cifra che gli investigatori avrebbero appreso durante le intercettazioni telefoniche.