Rebba, da area per il jogging a percorso dei rifiuti
Ogni domenica mattina emerge dai fossi lungo la strada ciò che è stato abbandonato durante la settimana
OVADA – Uno scenario desolante che assume anche un valore particolarmente simbolico. Perché i cumuli di rifiuti abbandonati un po’ qui e un po’ la sulla Rebba sono di fatto a breve distanza dalla sede operativa di Econet, l’azienda che di raccolta si occupa per il bacino dell’Ovadese e dell’Acquese. Un vero e proprio percorso degli orrori che ogni jogger, impegnato nella sua uscita domenica, ieri ha potuto constatare con i suoi occhi. Sacchi di rifiuti nei fossi, spazzatura abbandonata sul ciglio della strada (due chilometri che collegano il centro della città a via Molare, ndr). E ancora tra i capannoni dell’area artigianale il ricordo sgradito di un festino della sera prima: cartoni della pizza, bottiglie di birra, chissà cos’altro. Non è la prima volta che si manifesta un problema di questo tipo. L’estate scorsa, proprio tra l’area adibita ai capannoni e la massicciata della linea Acqui – Genova, era emersa una vera e propria discarica. Econet prontamente era intervenuta per risolvere il problema. Quest’ultimo però si ripropone ciclicamente.
Il nodo della differenziata Chi in città punta il dito contro il “porta a porta” introdotto due anni fa trova in questi episodi una conferma della scarsa praticità del metodo. Econet, dal canto suo, risponde con i dati per far notare che la porzione di rifiuti abbandonata è minima rispetto al totale. Rimane il problema del decoro. E di strade provinciali in alcuni casi ricoperte di spazzatura abbandonata. Solo un paio di giorni fa era il caso delle Cappellette e della Priarona tra Ovada e Cremolino.
Il problema del controllo Le foto trappole più volte annunciate come la soluzione per contenere il fenomeno non sono mai nemmeno stata acquistate. Rimane un’illusione l’idea di poter controllare ogni angolo di territorio. La scorsa estate situazioni di questo tipo sono emerse anche in punti particolarmente visitati perchè immersi in una natura incontaminata. Esempi: il percorso dei laghi della Lavagnina, l’area accanto all’Orba tra Madonna delle Rocche e Olbicella. Proprio a Molare sono state elevate diverse multe. I trasgressori erano stati smascherati perché dall’esame di quanto abbandonato erano emersi “indizi inequivocabili” attraverso bollette ed altre comunicazioni indirizzate. Come dire che per smascherare chi “bara” ci sarebbero sistemi semplici.