Vibrazioni contro lo stress: la pace dei sensi con l’arpaterapia
Arpademia ha sede ad Acqui Terme e collabora con ospedali e case di riposo
ACQUI TERME – Dire che stiamo vivendo tempi in cui ogni giorno ansia e stress hanno terreno fertile ormai sa quasi di eufemismo. L’emergenza sanitaria porta con sé dolori e sofferenze che molto spesso non toccano solo chi dal Covid è stato effettivamente contagiato. Una volta di più, questa esperienza ci sta insegnando che, oltre alla cura del proprio fisico, basilare è anche quella dell’animo. La musica, di certo, in questo senso può fare moltissimo, ancora di più se le vibrazioni in questione provengono da uno degli strumenti più antichi e raffinati, di quelli che rievocano scenari quasi “mitologici”. Stiamo parlando dell’arpa, le cui origini si perdono addirittura al tempo dei Sumeri, nel terzo millennio a.C. Eleonora Perolini, presidente dell’associazione Arpademia che ha sede ad Acqui Terme, da circa vent’anni si occupa di arpaterapia ed è docente all’Università Popolare Alto Monferrato, dove dal 2015 si organizzano corsi di vario genere e per tutte le età.
Il suono dell’arpa regola l’ormone dello stress. Capita che gli anziani spesso si rilassino fino ad addormentarsi
Il metodo Arpademia si basa sull’utilizzo dell’arpa come strumento terapeutico e fonte di benessere anche in ambito socio-sanitario. «Gli effetti benefici delle vibrazioni prodotte da questo strumento – spiega la professoressa Perolini – si possono riscontrare anche da un punto di vista fisico, oltre che mentale. Il suono dell’arpa, infatti, è in grado di regolare il cortisolo, l’ormone dello stress, favorendo una sensazione di quiete e rilassamento». L’associazione collabora da anni con strutture ospedaliere, Rsa e case di riposo dove si organizzano sedute di arpaterapia per dare sollievo ai degenti. «Abbiamo iniziato questo percorso collaborando con l’Istituto neurologico di Milano “Carlo Besta”, ma già da qualche anno abbiamo avviato progetti terapeutici anche in diverse strutture dalla nostra provincia, tra queste, le case di riposo di Castellazzo Bormida, Quattordio, e alcune Rsa tra cui la Residenza ‘Orchidea’ di Alessandria». Tra anziani e pazienti affetti da disturbi neurologici gli effetti benefici sono evidenti, «con l’arpa, infatti, si può intervenire sia sul sistema emozionale che neurovegetativo della persona. Spesso gli anziani si rilassano a tal punto che finiscono con l’addormentarsi in totale serenità. Anche i non udenti riescono a percepire le vibrazioni prodotte da questo strumento».
IL CONCORSO
Con l’insorgere dell’epidemia di coronavirus, Arpademia ha dovuto riorganizzarsi con sedute e corsi online, «perché purtroppo non abbiamo più potuto accedere alle strutture. Anche per i corsi dell’Università Popolare ci stiamo servendo della didattica a distanza». Grazie al tesoretto accumulato con le quote associative e le donazioni – «fondi che non abbiamo potuto investire in altro modo a causa dell’emergenza sanitaria» – Eleonora Perolini ha deciso di bandire un concorso internazionale per arpe celtiche (“Arpademia for Celtic Harp”). Le iscrizioni sono aperte fino al 20 dicembre. «Finora abbiamo una sessantina di iscritti che provengono un po’ da tutto il mondo, Corea del Sud, Hong Kong, Russia. Siamo davvero soddisfatti. Si tratta di una prima edizione, ma la nostra intenzione è quella di proseguire». Il concorso, diviso per fasce d’età dai più piccoli ai più grandi, si svolgerà online dal 1° Aprile fino al 30 Aprile 2021, data che deciderà i vincitori della prima edizione. Ai primi assoluti delle varie categorie, un’arpa celtica in premio «del valore di circa 3mila euro».