Lettera a Cirio e al sindaco: “Aiutateci o pronti allo sciopero fiscale”
La firma di una sessantina di commercianti e gestori di strutture sportive: "Tutto sarà fatto nel rispetto delle regole e pacificamente"
ALESSANDRIA – “Disobbedienza fiscale: ma questo avrebbe poco effetto perché se non ci fate lavorare qualunque sia la percentuale di tassazione su un fatturato di 0,00 euro è pari a 0,00 euro; disobbedienza al Dpcm: apriamo i nostri esercizi e aspettiamo che facciate multe a tutti quanti. Ma il nostro sistema non prevede situazioni simili e, quindi, le suddette multe e qualunque altra azione fosse fatta contro di noi sarebbero cancellate in Tribunale; stazioneremo, a rotazione, pacificamente davanti ai vari uffici comunali, provinciali, regionali e statali presenti in città”: un gruppo di una sessantina di commercianti di vari comparti e gestori di strutture sportive alessandrine è pronto anche alla protesta fiscale e civile – “ma nel pieno rispetto delle regole e in maniera assolutamente pacifica” – per far valere le proprie ragioni dopo le chiusure imposte dal governo in Piemonte, dichiarato ‘zona rossa’.
“Abbiamo fatto una riunione con oltre 300 persone collegate a distanza – spiega Cesare Battista, proprietario di uno studio di pilates – e non serve a nulla scaldare gli animi. Perché a rimetterci saremmo noi per primi. Così si è deciso di scrivere un paio di lettere al governatore Cirio, al sindaco e alle istituzioni in generale per far valere le nostre ragioni”.
LA LETTERA AL SINDACO CUTTICA DI REVIGLIASCO
Quali sono le vostre richieste? “Noi non diciamo che il Covid-19 non esiste. Ma se ci sono delle regole, devono essere uguali per tutti. Non che uno apre e tre no e che sui mezzi pubblici si può girare tranquillamente. Lì ci sono gli assembramenti, non da me dove si viene su appuntamento e da settembre non è mai stato registrato alcun contagio o problema”.
Perché vi siete rivolti al sindaco Cuttica di Revigliasco? “Perché lui rappresenta Alessandria, rappresenta la nostra comunità – risponde Battista – A noi non interessa la politica, ma lavorare”.
Siete pronti anche a scendere in piazza? “Vediamo anche le risposte che ci arriveranno. La lettera, al momento, è stata firmata da una sessantina di commercianti e piccoli imprenditori, che hanno scelto di aderire mettendoci la faccia. Ma è tutto in evoluzione. E, ripeto, qualsiasi cosa faremo sarà realizzata pacificamente e nel pieno rispetto delle regole: ma, ad esempio, io sto pure valutando assieme a un legale se posso aprire e eventualmente a cosa vado incontro. Se girano i bus, perché io non posso tirare su la serranda visto che da me non si rischia alcun tipo di assembramento?”