Il comune controlla, ma le ‘puzze’ rimangono
Una delle ditte indicate come possibili colpevoli ha adottato tutte le misure, ma i miasmi continuano ad appestare l'aria tortonese
TORTONA – Nel 2020 l’emergenza sanitaria ha fatto passare un po’ in secondo piano le altre problematiche. Uno dei misteri più longevi nel tortonese quando non ci si doveva preoccupare del coronavirus erano le cosiddette ‘puzze’: interi quartieri dove l’aria improvvisamente diventava irrespirabile senza che si riuscisse a scoprire né la causa degli odori né la loro provenienza visto che man mano che la ricerca andava avanti erano interessate zone differenti.
La situazione era esplosa nell’estate del 2017: il caldo e l’umidità avevano favorito la diffusione dei miasmi fino a sommergere il centralino del comune di segnalazioni da parte dei cittadini. All’epoca la causa degli odori era stata identificata nel biodigestore lungo la strada per Castelnuovo Scrivia del quale si era anche paventata una possibile chiusura: nonostante la riduzione dell’attività al 50%, però, gli odori continuavano ad appestare varie zone di Tortona tanto che Ecoprogetto, la ditta che ha in gestione il biodigestore, ricorreva a una ditta specializzata, la Odortech, per cercare di risolvere il problema. Dopo una accurata fase di selezione, dodici ‘nasi’ addestrati a riconoscere le specificità degli odori stessi hanno lavorato in due distinte fasi – una fra novembre 2018 e gennaio 2019 e una fra maggio e luglio dello stesso anno – cercando di ottenere più che una valutazione del momento, spesso inficiata dal fatto che nel lasso di tempo fra le prime rilevazioni e l’arrivo degli ‘annusatori’ trascorreva troppo tempo, una media dell’impatto olfattivo dell’operato della ditta stessa sul territorio.
Questa metodica che utilizzava come sentinelle anche alcuni abitanti della zona di Tortona Nord aveva un duplice vantaggio; innanzitutto escludeva le situazioni dovute a eventi straordinari come una perdita da un serbatoio o un intervento di manutenzione, poi permetteva di avere un quadro più completo nell’arco di sei mesi ottenendo dati che, incrociati con le rilevazioni dell’Arpa, avrebbero dovuto individuare il responsabile fra i tre sospetti: il biodigestore di Ecoprogetto, il depuratore e la piattaforma fanghi. Il condizionale era d’obbligo, perché alla riunione di fine settembre 2019 in comune non si riuscì a dare una risposta precisa: le rilevazioni indicavano un miscuglio di odori da varie fonti, fra cui le tre indicate in precedenza, ma anche il valorizzatore dei rifiuti e la discarica in determinate condizioni climatiche avrebbero potuto produrre i miasmi.
L’ultima evoluzione della vicenda è avvenuta mercoledì scorso, 4 novembre, con la visita del vicesindaco e assessore all’Ambiente Fabio Morreale insieme al funzionario del servizio ambiente Enrico Taverna e al presidente dell’Osservatorio Ambientale Luca Lenti presso l’impianto di digestione anaerobica e compostaggio della Ecoprogetto. Durante la visita, effettuata in presenza dei responsabili dell’impianto, è stato possibile verificare che le modifiche previste, come l’adeguamento del sistema di pretrattamento rifiuti per aumentare l’efficienza di separazione delle plastiche e ridurre i miasmi, così come l’installazione di uno ‘scrubber’ – di fatto un’apparecchiatura che consente di abbattere la concentrazione di sostanze presenti in una corrente gassosa – per aumentare l’efficienza del trattamento dell’aria proveniente dalla sezione di compostaggio, ed ancora la sistemazione dei portoni di accesso agli ambienti in depressione, sono state portate a termine. Si sta anche valutando l’implementazione di un sistema semiautomatico che gestirebbe in forma autonoma l’alimentazione delle macchine di pretrattamento rifiuti: il tutto in un’ottica di efficientamento impiantistico e quindi di riduzione delle possibili problematiche correlate, soprattutto per eliminare il rischio legato alle emissioni degli odori.
Curiosamente, nella mattinata del venerdì seguente, molti tortonesi si sono lamentati per un odore persistente simile a quello della polvere da sparo bruciata: il mistero continua.