Le riflessioni degli studenti di Leardi e Luparia sulla Dad
Le nuove restrizioni hanno fermato le lezioni in presenza
CASALE – Prima con l’ordinanza del presidente della Regione Cirio e successivamente con le nuove restrizioni previste dall’ultimo Dpcm, sulle scuole superiori è ritornato lo spettro della didattica a distanza. Un approccio al mondo accademico che si ripresenta dopo l’esperienza del primo lockdown e che in certi casi può essere fonte di diverse difficoltà sotto molteplici punti di vista. Ecco allora, riportate qui di seguito, una serie di testimonianze di studenti degli istituti superiori casalesi Leardi e Luparia riguardo a questa modalità d’apprendimento in questa situazione così complicata.
La totalità degli alunni ha compreso appieno il periodo di emergenza e comprende la necessità di compiere sacrifici: «Condivido la decisione di ripristinare la didattica digitale integrata al 100 %: da studente capisco le difficoltà che si provano, ma bisogna saper accettare il cambiamento» spiega infatti Alessandro Pala della 5°A del Luparia.
Alessandro Pala, 5°A Luparia
Per molti il ritorno a questa nuova modalità è stato tuttavia sofferto o fonte di insicurezze o di rabbia, come racconta Leonardo De Ambrogio della 4° Afm: «Com’è possibile, mi domandavo, che la scuola, il posto in cui dovrebbero crescere e formarsi le donne e gli uomini di domani, sia sempre la cosa più facilmente sacrificabile? Chiuderla per alleggerire il trasporto pubblico mi è sembrato altamente scorretto. Ho però capito che noi studenti possiamo dimostrare quanto, a dispetto di quello che si dice, teniamo alla scuola, e lo possiamo fare anche in una situazione come questa».
Maria Teresa Negri, 2°B grafico
Anche Giacomo Giarola della 4°A Afm e Linda Negri della 5°A Cat hanno accolto con dispiacere la notizia di non poter frequentare un luogo come l’istituto che ha sempre rispettato tutte le norme di sicurezza.
Giacomo Giarola della 4°A Afm
Se l’esperienza dello scorso anno scolastico ha preparato gli studenti a questo diverso modo di fare didattica, molti ragazzi hanno messo in evidenza come sia molto più difficile mantenere la concentrazione, partecipare alle attività proposte e assimilare gli argomenti trattati come hanno detto, tra gli altri, Erisa Gashi della 2° liceo artistico, Matilde Fregni della 2°B grafico e Alessandro Foti della 5°B Turismo.
Linda Negri, 5°A Cat
Quello che emerge dal pensiero di tutti gli studenti è che l’impossibilità di vivere a pieno la socialità tra compagni e insegnanti è l’aspetto che meno viene apprezzato della didattica digitale come hanno raccontato Riccardo Candiano, 5°A Luparia, Maria Rizzo, 2°A Liceo artistico, Roberta Biglia, 5°A Cat e Maria Teresa Negri della 2°B grafico.
Roberta Biglia, 5°A Cat
Anche se spesso viene criticata o, peggio ancora, ignorata dall’opinione pubblica, la scuola durante la pandemia è stata riscoperta tra i ragazzi come una delle componenti più importanti della loro vita: «Non vedo l’ora di tornare alla normalità e poter finalmente tornare ad abbracciare liberamente i miei compagni di classe» dice Karol Minutoli della 2°A liceo artistico. Martina Belfiore, della 5°B turismo ha usato una citazione per esprimere quello che prova: «Mi viene in mente celeberrima frase di Antoine de Saint-Exupéry :“L’essenziale è invisibile agli occhi”. È proprio vero che ti rendi conto di ciò che possiedi proprio quando lo perdi».