Barisone, sindaco di Molare: «Occorre lavorare insieme per il bene del Santuario delle Rocche»
L'appello del primo cittadino in seguito al crollo di una parte della struttura
MOLARE – «Il Santuario, ad oggi, non ha nessuna dichiarazione di inagibilità, secondo i vigili del fuoco intervenuti immediatamente dopo il peggioramento della situazione, l’edificio principale non presentava lesioni o problemi di staticità». Così il sindaco di Molare, Andrea Barisone, prova a fare chiarezza sulla vicenda del Santuario delle Rocche di Molare che, a distanza di dieci giorni dal crollo di una parte della struttura (la Sala dei Ricordi, ndr), resta ancora al centro della scena. Come è noto, al momento, l’area non è accessibile al pubblico. «Semplicemente i frati, in via precauzionale, e secondo me in maniera corretta – puntualizza il primo cittadino -, preferiscono per ora non utilizzare i locali che attualmente si presentano anche privi di riscaldamento».
Qualche giorno fa l’ingegner Eugenio Boccaccio, ingegnere e progettista dei lavori proseguiti fino a lunedì scorso nell’area limitrofa ad uno dei luoghi di culto più significativi dell’Ovadese, aveva presentato una relazione («Non pervenuta al nostro Comune» sottolinea il sindaco di Molare) sulla frana verificatasi presso il Santuario Nostra Signora delle Rocche. A margine del documento l’ingegnere ha aggiunto una critica, nemmeno troppo velata, rivolta alla Regione Piemonte che, pur avendo mandato immediatamente una geologa sul posto, si sarebbe defilata sul fronte della (possibile) ricostruzione in termini di risorse economiche.
«La critica alla Regione Piemonte pare immotivata – conclude Barisone -, l’ente ha già finanziato i lavori di sistemazione dell’alveo del torrente Amione al piede della frana (che sarebbero partiti appena finita la sistemazione a monte, per motivi di sicurezza) e si è detta disponibile a riconoscere un aggravamento della situazione elargendo, se possibile, risorse aggiuntive. Gli enti pubblici fino ad ora coinvolti (Regione, Unione Montana e Comune) hanno fatto la loro parte trovando le risorse per intervenire, forse insufficienti, ma se sul primo progetto di sistemazione del fronte frana nella parte alta su 100 mila euro di risorse totali disponibili da parte dell’Unione dei Comuni, poi modificato su richiesta del Comune, vengono caricati quasi 30 mila di parcella da parte del progettista le risorse saranno sempre insufficienti. Sarebbe bene lavorare a testa bassa per il bene del Santuario».