“Io centrale per la svolta? Lo siamo tutti”
Gazzi mette in guardia sull'insidia Livorno. "Portiamo negli stadi la passione dei nostri tifosi"
ALESSANDRIA – “Mi considerate centrale nella svolta dell’Alessandria? Lo siamo tutti e 25, allo stesso modo”. Alessandro Gazzi è un capitano di tanta sostanza. Poche parole, dette però al momento giusto, esperienza da vendere, senza dubbio l’artefice principale di un cambiamento che ha rilanciato le quotazioni dei Grigi.
Però Ale è fatto così:mai sentirete da lui un minimo accenno, sussurato, di elogio personale, quando pure sarebbe più che legittimo. Parla degli altri, della squadra, dei due successi, dell’apporto fondamntale del gruppo. Senza esagerare con toni trionfalistici. “Abbiamo vinto solo due gare: importanti, certo, servivano dopo una partenza faticosa. Perché tanti problemi all’inizio? Forse abbiamo stentato un po’ a ingranare e trovare i ritmi, anche a entrare nei meccanismi e nelle idee di gioco dell’allenatore”. La prospettiva è cambiata? “Migliorata, ma è solo l’inizio: siamo partiti, è vero, ma adesso dobbiamo continuare”.
Il tempo della continuità
Eppure, con il ritorno di Gazzi da titolare e un assetto tattico modificato, la squadra ha trovato equilibri, è aggressiva, attacca alta e rischia poco, quasi nulla. “E’ una crescita di tutti: abbiamo analizzato le fatiche, abbiamo lavorato per eliminarle. Credo che sia, prima di tutto, una questione di testa, di atteggiamento. Anche di consapevolezza. Ma, insisto, non è certo perché c’è Gazzi in campo, caso mai perché l’Alessandria sta esprimendo il suo gioco. Coralmente, da soli si fa solo un piccolo pezzo di strada”.
Gregucci dice che sono intelligente? Forse perché so leggere le situazioni in campo. A 37 anni magari corro meno, ma l’esperienza mi aiuta
Durante il primo lockdown il capitano aveva parlato di “tempo sospeso”. Adesso, che tempo è per i Grigi? “Quello della continuità: due successi sono una partenza, domenica con il Livorno ci aspetta una gara con tante insidie, contro una squadra che, senza particolari pressioni, gioca spregiudicata ed è solo un punto dietro noi. Noi dobbiamo crescere, in un girone che ancora non ha espresso le gerarchia dei valori”. Gregucci, in un elogio, l’ha definita “troppo intelligente”. Un bel complimento? “Forse voleva dire che tanta carriera in campo mi ha insegnato a leggere le situazioni e aiutare la squadra a interpretarle. A 37 anni magari non corro più come quando ne avevo 27, ma almeno l’esperienza c’è e la metto a disposizione di tutti”.
Domenica sarete, ancora di più, un riferimento per i tifosi. “Noi abbiamo il privilegio di non fermarci e mi auguro che questa stagione si possa concludere. Negli stadi vuoti portiamo con noi la passione , i desideri e i sogni dei tifosi: non è una responsabilità, è un onore”. Anche Gazzi ha un sogno? “Tanti, vorrei anche che, finalmente, la gente capisse che lo sport è essenziale e senza sport non c’è socialità, non c’è benessere, non c’è aggregazione, non c’è spettacolo”.