Il Pd di Casale sull’Asl, tra rappresentanza dei sindaci e tamponi rapidi
Intervento di circolo e gruppo consiliare dem
CASALE – Il Circolo e il Gruppo Consiliare del Partito Democratico di Casale Monferrato intervengono sulla situazione dell’Asl, invitando il sindaco Federico Riboldi a rapportarsi con il territorio e «A premere per la convocazione della Rappresentanza Asl dei sindaci, alla presenza dei consiglieri regionali e dei parlamentari».
«Al momento, la rappresentanza dei sindaci non è stata convocata e ogni sindaco, soprattutto dei grandi centri, si muove in autonomia e non è quindi messo nelle condizioni migliori per avere una visione generale della situazione. Certamente nessun amministratore privilegia questa scelta. In particolare, il distretto di Casale ha subito una vacatio lunghissima, che solo adesso viene tamponata dalla nomina a scavalco di Roberto Stura. C’è la necessità di ottenere risposte chiare dal commissario Asl su una serie di questioni centrali e di vitale importanza per la salute dei cittadini – spiegano i Dem – Si sta infatti riducendo tutta l’attività in elezione, cioè gli interventi chirurgici programmati e non in modalità d’urgenza, e le liste d’attesa per visite e interventi arriveranno a tempistiche mai viste prima. Un altro punto su cui non si riesce ad avere certezze è l’assunzione del personale infermieristico e medico. Non si hanno informazioni precise, c’è confusione e tutto appare in stallo. Inoltre c’è il tema delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) e delle loro attività sulle quali è importante fare un approfondimento per capire quanti pazienti a casa riescano a seguire e quanti, invece, non riescano a seguire».
C’è inoltre una richiesta ulteriore: «Un intervento di sollecitazione da parte del sindaco e dell’Amministrazione nei confronti della Regione, sul tema dei tamponi rapidi, ancora fermi in farmacia e neppure accessibili dal medico di famiglia, il tutto accompagnato dalla denuncia da parte degli addetti ai lavori che evidenzia come “servano accordi integrativi e protocolli sanitari”. Lunedì 20 ottobre il Presidente Cirio annunciava “Domani, tra le prime regioni d’Italia, avremo i tamponi rapidi, quelli con un risultato in 15 minuti, che faremo fare nei laboratori privati, dai medici di base e nelle farmacie, così da dare la possibilità di fare il massimo screening possibile”. Ad oggi, dopo due settimane, si è allo stesso punto. Nelle farmacie i tamponi rapidi non si fanno e i medici di medicina generale stanno ancora discutendo per un accordo con la Regione. Aver lanciato messaggi eccessivamente rassicuranti senza aver previsto i possibili poi diventati concreti ostacoli ha fatto ingenerare tra cittadini la legittima aspettativa di poter fare un tampone dal proprio medico di famiglia oppure andando in farmacia e, pur a pagamento, verificare la propria eventuale positività al virus. A questo punto servono indicazioni più precise e chiare sulle modalità e tempistiche di attivazione del servizio dei tamponi rapidi. Al contempo continua a non funzionare la piattaforma su cui vengono caricati i casi positivi, con tempi dilatati rispetto a quelli che servirebbero, le persone non vengono cancellate nonostante siano guarite (o persino decedute in qualche caso), altre persone che vengono conteggiate più volte. Le stesse procedure per la gestione dei casi positivi nelle scuole non sono così chiare e non c’è un’interpretazione univoca. Così diventa difficile se non impossibile avere un quadro chiaro e certo della situazione».