“Questa è la vittoria dei ragazzi”
Gregucci: "Credo di sapere meglio di tanti cosa significa amare questa squadra"
CARRARA – Contro il Pontedera era stata la vittoria per il presidente e il ds, “per tutte le persone che, vicino a noi, stavano soffrendo”, il successo a Carrara “è dedicato ai ragazzi, che l’hanno voluto, hanno dato l’anima, hanno perfezionato gli automatismi, hanno messo impegno, qualità, determinazione. Hanno letto molto bene una gara difficile, contro una formazione imbattuta, sicura, solida, forte. Alla fine ho fatto i complimenti, perché è stata davvero una grande prova”.
Tutto d’un fiato, Angelo Gregucci: nel silenzio (o quasi, vito che il poco pubblico di casa non si è smentito, indisponente nelle parole) dopo il triplice fischio quel “Sìì” partito dalla panchina l’hanno sentito tutti. “Il merito è tutto dei miei giocatori“. Però anche di chi li mette in campo, e ha trovato la fisionomia tattica giusta. “Prendetevela con me per la prestazioni non convincenti e i risultati negativi, accetto ogni giudizio. Quando si vince io faccio un passo indietro, e lascio spazio anche al mio staff che prepara benissimo ogni partita, con una attenzione meticolosa al particolare. Vanno ricordati e ringraziati anche i miei collaboratori”.
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Il merito è anche del mio staff, che prepara le gare in maniera meticolosa, curando ogni dettaglio
Due risultati pieni, quello di Carrara con un dominio e quasi nessun rischio. E, ancora, senza subire reti. “L’imbattibilità non è solo della difesa, è figlia della corretta interpretazione della fase difensiva, che inizia dall’attacco, dal contributo degli uomini più avanzati che si sacrificano molto. Non mi piace parlare dei singoli, voglio insistere sulla identità e sul ‘corpo squadra’, che è compatto, aggressivo, lucido, perché tutti, anche i ragazzi che sono entrati, bene, dalla panchina, danno un contributo signidicativo”.
Una delle chiavi della sfida, già nel primo tempo, è stato il duello tra Parodi e Calderini, stravinto dall’esterno alessandrino, che ha molto limitato una delle fonti del gioco dei padroni di casa. “Vero, devo riconoscere, anche, che siamo stati bravi nello scivolamento della linea, spesso primi sulle seconde palle, rapidi nel ripartire, compatti e, anche, cresciuti nella rifinitura”.
Le critiche? Ognuno è libero di analizzare e valutare. Io tengo ben dritta la barra. Ho avuto maestri che mi hanno insegnato l’appartenenza ai Grigi
Ma quale rivincita…
Due successi in fila, quello di oggi ancora più pesante, perché contro una rivale dietta. Un po’ di rivincita personale per Gregucci, dopo le critiche nelle prime giornate? “Nessuna rivincita: io credo molto nel valore dei miei giocatori, e negli obiettivi che vogliamo raggiungere. Obiettivi che non abbiamo mai nascosto. Dico solo che pochi, come il sottoscritto, possono dire di sapere cosa significa essere grigi e amare l’Aleessandria. Io sono arrivato che ero bambino nel calcio e questo spirito di appartenenza, questo amore me lo hanno insegnato maestri, bandiere come Tony Colombo, Carlo Tagnin, Sergio Viganò. Per questa squadra farei di tutto, mi sento parte di questi colori, di questa società, di questa città: c’è libertà di critica, io ascolto, ognuno può leggere gare e situazioni come meglio crede, ma tengo sempre ben dritta la barra e non cambio la mia idea di calcio”.
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Ma cosa ha detto alla squadra nell’intervallo per accelerare la trasformazione della ripresa? “Parlo poco, di solito: ho solo chiesto di insistere con l’atteggiamento del primo tempo, perché anche nei primi 45′ abbiamo creato occasioni, e di rifinire il gioco, di ‘pulirlo’, renderlo ancora più efficace. I ragazzi lo hanno fatto, ma non avevo dubbi”.