«Ju Jitsu, una scuola per i ragazzi: li aiuta a crescere meglio»
Lo sport dilettantistico giovanile fa i conti con il periodo di sospensione della attività. Coinvolte anche storiche società del territorio
«Il Ju Jutsu e lo sport in generale non sono attività accessorie, ma sono propedeutiche allo sviluppo fisico e cognitivo di bambini, ragazzi e non solo». Romina Repetto è istruttrice per la Samurai Kids Academy di Castelletto d’Orba. I bambini dai quattro anni di età vengono avvicinati alla disciplina con un approccio incentrato sullo sviluppo delle attività di psicomotricità sviluppato mediante il gioco. Dagli 8 anni in poi si diventa più tecnici e al gioco si affiancano le varie tecniche di combattimento a mani nude e con le spade di diversi materiali. Dai 20 si lavora su flessibilità e consapevolezza del proprio corpo. La scuola segue i dettami della Hontai Yoōshin Ryūu, una delle più antiche in Giappone, fondata nel XVII secolo. La società aveva già rimodulato la sua attività per seguire rigide norme di prevenzione: meno corpo a corpo e più armi come permesso dalla sua filosofia. Repetto a chi su Facebook ha chiesto di rimanere comunque aperti ha parlato della necessità di dare un esempio e di seguire le regole. La delusione però è tangibile per una decisione considerata non giusta e poco utile per i ragazzi. «I miei ragazzi – racconta – devono avere un profondo rispetto di sé e del proprio avversario, conoscere i propri punti di forza e i propri limiti e riconoscerli negli altri. Non ci deve essere prevaricazione ma collaborazione. Il punto focale non è la vittoria sull’avversario ma il buon combattimento. Non elogio il vincitore e non offendo chi subisce una sconfitta».
L’intervista completa su “l’ovadese” in edicola da giovedì 29 ottobre.