“Gambe forti e menti lucide. E appartenenza ai Grigi”
Gregucci: "La barca la dobbiamo spingere tutti. Serve fiducia".
ALESSANDRIA – Questione di “gambe forte e di menti lucide“. Questo deve cercare e trovare in fretta l‘Alessandria, per Angelo Gregucci contano di più che la difesa a 4 o a 3. Così come conta “lavorare sulla fiducia dei ragazzi”, più ancora che sulla parte atletica. “Abbiamo regalato situazioni agli avversari che sono state determinanti sul risultato”. Quindi, più ancora che sulle gambe, è sulla testa che è necessario insistere. “Sul coraggio e sul senso di appartenenza al nostro club. Senza perdere la serenità, che aiuta ad affrontare meglio le gare. Sempre determinati, sempre applicati, più pronti contro ogni avversario. Soprattutto questo Pontedera: molto fisico, molto dentro la categoria, perché un quarto posto in campionato non è mai casuale. Noi rispettiamo i toscani, per batterli serve una prestazione più lucida e più solida”.
Quali rotazioni
Niente Pisseri e Macchioni – “che stanno facendo la quarantena, controllati dallo staff medico” – e Frediani. E niente Poppa, lasciato alla Primavera C (oggi ha segnato) per avere un minutaggio significativo che lo aiuti a crescere. Nella formazione iniziale ci sarà ancora spazio Gazzi, che ha dato equilibrio, e rotazioni, ad esempio per uno come Suljic che, rispetto al resto della rosa, è sempre stato utilizzato? “In queste settimane in cui si è giocato ogni tre giorni, ho cercato di dare opportunità e fiducia a tutti, per una distribuzione più equa dello sforzo e perché abbiamo giocatori importanti. La condizione atletica è migliorata, dobbiamo insistere di più sul senso di appartenenza: quando avremo più giorni a disposizione e non un calendario serrato potremo lavorare di più sulla formazione tipo, che non necessariamente sarà fissa – aggiunge il tecnico – anche perché, soprattutto in questo campionato, è più decisivo chi entra rispetto a chi comincia una gara“.
Conta essere gruppo unito: in questo campionatopuò essere più decisivo chi entra dopo rispetto a chi comincia una gara
Ma come si allena l’appartenenza? O, almeno, come la si trasmette alla squadra? “Le squadre forti si vedono nelle difficoltà e nello sforzo di tutti per superarle matura la consapevolezza di appartenere all’Alessandria“. Dal tecnico arriva una dichiarazione di amore verso i colori Grigi. “A questa società, a questa squadra, io voglio molto bene. Lavoro dalla mattina alla sera, perché mi sento parte dei Grigi. Ho 100 partite con questi colori, sento di appartenere a questo club e cerco di trasmettere questa mia condizione ai miei giocatori. Non è questione di categorie, dalla A in giù i risultati importanti, le leggende, li costruiscono le squadre unite, che insieme vanno oltre gli ostacoli, perché sentono di essere una cosa sola”. Gregucci cita chi gli ha trasmesso questi valori, “bandiere come Tony Colombo, Sergio Viganò, Carlo Tagnin: i loro insegnamenti mi hanno reso uomo più competitivo. Io ho un amore smisurato verso l’Alessandria: questo vorrei, a mia volta, trasmettere a una squadra che ha bisogno di fiducia, perché perdere dopo il 90′ partite che si sono controllate impone di trovare consapevolezza nei propri mezzi e più determinmazione nel portare a casa i risultati”.
Io amo l’Alessandria, qui sono diventato uomo competitivo grazie a persone come Colombo, Viganò e Tagnin
Tutti sulla barca
Le parole del direttore sportivo, la divisione di responsabilità e la conferma della guida tecnica possono essere una iniezione di forza e uno scrollone salutare per tutti? “Con la società sono state fatte riflessioni e scelte per crescere un gruppo che ci possa portare a determinati obiettivi. Lo facciamo tutti insieme, perché tutti dobbiamo soffiare sulla vela della nostra barca. Si sono cambiati tanti allenatori e giocatori, credo che il fattore determinante sia l’identificazione di un gruppo, con sacrifici, determinazione, lavoro, anche con fiducia, che non va confusa con la presunzione. Vuole dire essere, tutti, consapevoli di fare bene le cose, con professionalià massima, rispetto di tutti, per proporre un calcio offensivo e superare, tutti insieme, le difficoltà. Tutti, dal magazziniere al presidente, su quella barca che cerchiamo di far navigare verso un orizzonte ambizioso“.