Sasso replica alle accuse della minoranza: “Sviliscono la professionalità”
Il recupero della caserma "un?opportunità da cogliere"
ACQUI TERME – «In queste settimane abbiamo lavorato intensamente per partecipare al bando sulla valorizzazione del Distretto Unesco, con lo scopo di riqualificare una parte dell’ex Caserma Cesare Battisti – racconta l’Assessore al Lavori Pubblici, Giacomo Sasso – È un progetto articolato e ambizioso attraverso il quale stiamo immaginando di recuperare la casermetta Bainsizza, per trasformarla in un museo dedicato alle eccellenze del Monferrato».
Non l’idea di uno, ma il lavoro di gruppo, un think tank di tecnici preparati: «Abbiamo costruito un sistema fatto di idee, persone e professionisti, tra cui uno dei più quotati studi italiani e internazionali di architettura e un ingegnere acquese che ha studiato approfonditamente nel corso degli anni la struttura – continua l’alfiere della Giunta – Sono molto contento che grazie al mio personale sforzo si siano riunite, vista la difficoltà dell’intervento, le migliori forze in campo per aiutarci a realizzare la nostra idea. Questo sistema è riuscito a mettere in campo una proposta che ha immediatamente trovato ampi riscontri grazie alla serietà e l’ampio respiro del valore progettuale che può potenzialmente coinvolgere ogni attività sul territorio: hanno aderito, infatti, con convinzione enti, consorzi e associazioni, tra cui anche l’associazione Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato che gestisce il sito Patrimonio dell’Umanità. Il nostro interesse è che la casermetta Bainsizza, portatrice di un pregio architettonico unico, diventi un punto di riferimento per i turisti, il luogo ideale dove lasciare la propria auto per proseguire con la mobilità dolce nella scoperta del territorio. La nostra iniziativa cerca di creare, infatti, un’importante sinergia con la realizzazione della pista ciclabile verso Alice Bel Colle, per la quale piazza Facelli sarà il punto di partenza. La piazza, quindi, si candida con questo intervento a essere uno dei poli di interscambio del Monferrato. La casermetta rappresenta un monumento del territorio e del paesaggio e proprio per tale motivo abbiamo immaginato un progetto che rendesse onore a questa struttura, la quale diventerà un museo. La nostra idea è quella di creare uno spazio articolato su due livelli in cui raccontare, da una parte, la storia e le caratteristiche del Monferrato ai turisti e, dall’altra, un’area per la promozione e gli acquisti delle eccellenze locali, in accordo con le associazioni e i consorzi già coinvolti».
Le idee non bastano. Servono le risorse. «Ottenere finanziamenti non sarà semplice – ammette – Siamo sicuramente soddisfatti del lavoro fin qui svolto, in quanto abbiamo aggiunto un nuovo tassello al piano di valorizzazione di Acqui Terme, su cui stiamo lavorando da tempo. Il progetto di riqualificazione della struttura ha un valore complessivo di 1,1 milioni di euro ed è stato attualmente già recapitato in Regione Piemonte, abbiamo la certezza che sarà valutato positivamente e siamo speranzosi di vincere questo bando. Devo sottolineare l’enorme impegno che necessariamente si antepone alla partecipazione a un bando, un lavoro complesso e minuzioso che richiede ricerche e attenzioni ma che, a oggi, ha portato certamente numerose soddisfazioni: la nostra visione negli ultimi anni ci ha permesso di vincere bandi, come quello sulla valorizzazione del parco fluviale, e fondi, senza mai appesantire la città con mutui e debiti. Questi due strumenti in passato hanno rappresentato i principali metodi per realizzare opere, ma il valore di queste non veniva mai verificato in termini di progettualità».
Infine il punto clou, la risposta a Carlo De Lorenzi della minoranza che aveva sollevato dubbi sull’incarico affidato sotto la soglia di gara di appalto di 75mila euro ad un professionista. Il conferimento diretto sarebbe a suo dire frutto esclusivamente degli sconti effettuati dallo stesso professionista incaricato sulle tariffe previste dall’ordine. «In riferimento alle polemiche del Partito Democratico, mi preme sottolineare che sono stanco di constatare che questo grande lavoro di pianificazione urbanistica debba subire le mortificazione di persone che non hanno minimamente a cuore lo sviluppo della città, ma che ogni giorno cercano di minare la credibilità dei progetti, generando un grave danno allo stesso territorio e alla credibilità dei professionisti in campo – stigmatizza Sasso – La visione urbanistica globale, che ci permette di verificare i singoli interventi, ci consente anche di non fare passi falsi e di ottenere risultati importanti attraverso le risorse che gli enti mettono di volta in volta a disposizione per progetti di alto livello. Gli asset su cui investire le risorse progettuali sono ormai chiari e sarebbe opportuno che le osservazioni delle forze politiche di opposizione fossero nel merito dei contenuti, altrimenti ogni osservazione cadrà nel baratro dell’inutilità, minando la fiducia delle forze coinvolte. La loro partecipazione in questo momento è ciò di cui il territorio ha più bisogno».