“Lo sport negato ai nostri bambini”
La protesta della squadra 2010 del Castellazzo diventa virale
CASTELLAZZO – L’Italia non è un paese per i giovani che fanno sport. E per le società che, scrupolosamente, si sono attenute a tutte le disposizioni del protocollo e, adesso, si ritrovano, nei tornei provinciali, con lo stop alle partite e con la possibilità solo di allenamenti individuali.
Il messaggio di protesta della squadra 2010 dell’Us Castellazzo sta diventando virale. Una fotografia perfetta della realtà “Ci avete fatto organizzare, in modo maniacale (giustamente). Abbiamo misurato la febbre a ogni bambino. Li abbiamo lasciati a casa quando avevano un banale raffreddore, per salvaguardare tutti. Abbiamo messo bottigliette di amuchina ovunque. Li facciamo arrivare con la mascherina e togliere solo per l’allenamento. La tengono anche in panchina, seduti a distanza. Ci avete fatto mettere il plexiglass alla biglietteria, misurare la febbre agli spettatori, prendere nome, cognome e numero di telefono. Ci avete fatto fare autocertificazioni singole per permettere a ogni bambino di poter giocare, per poi passare alle autocertificazioni di squadra. Ci avete fatto acquistare di tutto e di più per sanificare gli spogliatoi ogni volta che una squadra usciva. Tutte le società si sono adoperate per garantire la sicurezza sotto ogni punto di vista. E questo è il risultato?”.
Altri sodalizi della provincia attendono una apertura dal consiglio direttivo della Lega Nazionale Dilettanti, convocato per domani, per pronunciarsi su tutta l’attività di base e sui campionati provinciali.
“In base al nuovo Dpcm lo sport, non solo il calcio, a livello provinciale, è pericoloso – lo sfogo di Franco Ciliberto, vicepresidente di Tiger Novi – quello regionale e nazionale no. Con quale logica si fermano i nostri bambini?”