Dalla Caritas un aiuto per i nuovi poveri “del Covid”
Le iniziative dello sportello ovadese di via Santa Teresa
OVADA – «Aiutare significa anche dare fiducia». E sul concetto di fiducia alla Caritas di Ovada hanno imperniato il programma d’aiuto gestito nell’ambito del fondo San Guido, disposto a livello diocesano per sostenere chi nell’emergenza Covid ha perso il lavoro. «Persone – spiega il parroco, don Maurizio Benzi – che non avevano mai avuto bisogno di chiedere e per questo motivo si sono trovate più smarrite rispetto a chi aveva già esperienze di questo tipo».
Da inizio maggio sono stati concessi poco più di 81 mila euro a 48 soggetti che ne hanno fatto richiesta. «I contributi – spiegano i volontari – raggiungono un massimo di 1800 euro. Possono essere versati per intero e in segmenti successivi. Il punto però è un altro: non bisogna avere paura di chiedere nel momento di bisogno col rischio di aggravare i problemi». Nella sola Ovada gli aiuti sono arrivati a 21 persone (e relativo nucleo famigliare) per un totale di 35.600 già distribuiti.
Ogni area, anche la vicina Valle Stura, ha un referente per le segnalazione dei casi. Seguono colloqui approfonditi nella garanzia dell’anonimato. «Non abbiamo fatto distinzione tra chi lavorava in regola e chi era in nero. Dalle storie che abbiamo raccolto emerge una grande dignità. La soddisfazione più grande nasce dal fatto che in tanti si sono già rimessi in gioco nel loro settore o cercando altre strade». Le risorse utilizzate, e messe a disposizione dal vescovo della Diocesi monsignor Luigi Testore, provengono dalle donazione effettuate con l’8×1000. L’iniziativa andrà avanti fino all’esaurimento. Prosegue anche l’attività dello sportello Caritas di via Santa Teresa: consegna di pacchi alimentari ogni sabato.