Terme: i motivi della battaglia legale del Comune contro Finsystem
De Lorenzi: «Se ne parli in Consiglio». Mighetti: «Fermi contro il monopolio termale»
Ormai non si parla d’altro. Dopo la presa di posizione della Provincia sulla legittimità dei diritti di presa d’acqua termale dello Stabilimento delle Ex Terme Militari (130 mila litri di acqua ogni 24 ore) la battaglia legale tra Comune e Terme di Acqui s.p.a. (alias Finsystem) si è arricchita di altri particolari.
ACQUI TERME – In verità le questioni/cause civili sono due. Palazzo Levi con la delibera 118 ha dato mandato all’avvocato torinese Giancarlo Faletti di istruire presso il Tribunale di Genova una pendenza avverso la società termale per aver impedito l’esercizio dei diritti sociali in specie di visionare lo schema di bilancio 2019 nonché alcune informazioni previste dalla normativa Covid. La Giunta Lucchini vuole impugnare il bilancio societario. La stessa delibera parla di un’altra pendenza presso il Tribunale di Alessandria, nella quale però il Comune sarebbe convenuto, relativa ai diritti di utilizzo delle acque termali da parte dello Stabilimento Terme militari, acquisite gratuitamente dal demanio.
«Dell’impugnazione del bilancio avevo notizia – interviene dall’opposizione Carlo De Lorenzi – quella che penso abbia ad oggetto il diritto di utilizzare le acque per chi compra le Terme militari giunge a sorpresa. Il monopolio di Terme è la questione delle questioni e appartiene a tutta la città. Ho subito chiesto la convocazione della Commissione Terme perché questa situazione deve essere chiarita al Consiglio».
«La situazione è semplice – ci ha spiegato il vice sindaco Paolo Mighetti – la proprietà delle Terme vuole mantenere il monopolio sulla concessione delle acque termali ma noi non siamo intenzionati a retrocedere di un passo. Qualche mese fa, abbiamo messo a bando le Ex Terme Militari citando i diritti sulle acque che il Demanio (non un signor nessuno) ha trasferito al Comune assieme all’immobile. Questa mossa però non è stata gradita da Terme di Acqui S.p.A., che ha citato il Comune davanti al Tribunale di Alessandria sostenendo che tali diritti non siano validi. Noi siamo di parere opposto e abbiamo già intrapreso l’iter per formalizzare la concessione per le acque che storicamente sono state utilizzate nello Stabilimento Militare. Le Terme ignorano che le acque appartengono allo Stato, loro possiedono esclusivamente una concessione su di esse, con tutti i limiti che questo strumento ha».
Ecco il perché gli amministratori penta-stellati hanno citato innanzi al giudice l’amministrazione della società termale: «Abbiamo anche deciso di procedere all’impugnazione del bilancio delle Terme di Acqui, in quanto nel documento non è citata la presenza di un socio che sta procedendo al recesso – continua Mighetti – A nostro giudizio non è un fatto trascurabile per un bilancio dover liquidare qualche milione di euro. È utile sottolineare che, contemporaneamente, Terme di Acqui afferma che il Comune, come socio recedente, non abbia più nessun diritto di parola alle assemblee. Questo atteggiamento ha messo in allarme addirittura la Corte dei Conti che, in un recente parere, osserva come la proprietà delle Terme di Acqui stia andando oltre le sue prerogative di socio di maggioranza».
Il nostro solo interesse è che vengano riconosciuti i diritti del Comune e che venga tutelato il patrimonio termale nato dal lavoro di generazioni di acquesi. Il monopolio di Terme di Acqui sta paralizzando tutte le realtà ricettive acquesi, per questo dobbiamo trovare velocemente delle valide alternative».