Nuove povertà: l’autunno porta con sé gli interrogativi sul lavoro
Il Consorzio Servizi Sociali alle prese con quanto generato dal "lockdown". Tante le famiglie rimaste senza un reddito sicuro
OVADA – La partenza sulla consegna dei buoni è stata ad aprile. Dietro un lavoro di costruzione della rete dei piccoli negozi del centro zona e dei paesi, con l’esclusione di Molare che ha optato per una soluzione diversa. È alle battute conclusive “Spendiamoci”, il progetto costruito sul territorio dal Consorzio Servizi Sociali per utilizzare le risorse messe a disposizione la primavera scorsa dalla Presidenza del Consiglio per la cosiddetta “emergenza alimentare” nel momento più duro del lockdown dovuto alla crisi determinata dal Covid 19. «Abbiamo rimborsato – spiega Gianni Zillante, direttore dell’ente assistenziale – 124 mila euro ai negozianti che hanno aderito al progetto. Il territorio ha dato un buon riscontro rispetto alla possibilità di mettere a disposizione quei fondi. Mi auguro però che in caso di situazioni simili sia stata immaginata una soluzione diversa e meno figlia dell’emergenza».
Quell’esperienza è proseguita anche nei mesi estivi con stanziamenti derivati dall’avanzo di bilancio del Consorzio. «Per le borse lavoro – prosegue Zillante – abbiamo riattivato quei progetti che a nostro giudizio erano conformi con le norme da seguire in questi momenti. Il totale si aggira sui cento, un numero molto alto per la nostra realtà». La chiusura repentina delle attività lavorative aveva messo in luce una realtà nuova e per certi versi sconcertante: la maggior parte dei 737 nuclei che fecero richiesta per entrare nel progetto non erano nella mappa dei servizi sociali. «Oggi posso dire che la situazione sul nostro territorio non è molto differente dalla realtà nazionale».
Nel complesso “Spendiamoci ha dato sostegno a 1861 persone su un totale registrato nei primi mesi dell’anno di 26.958. Più dei 50% (311) delle domande effettivamente accolte sono riferite al Comune di Ovada. Più di sei assistiti su dieci sono di origine italiana. Nei prossimi giorni, nell’ambito dell’attivazione dei Progetti Utili alla Collettività connessi al reddito di cittadinanza sarà diramato un avviso alle realtà del terzo settore per entrino nella rete dei possibili fruitori dei percorsi specifici dei richiedenti.
Se il lavoro rappresenta la prima incognita per la nostra area, una galassia di piccoli produttori artigianali e attività commerciali che hanno sofferto molto le conseguenze della scorsa primavera, non è da meno il problema della casa. L’ultima variazione di bilancio varata la scorsa settimana ha recepito il contributo regionale da 30 mila euro per il fondo di sostegno agli affitti. La precedente seduta, nei mesi estivi, aveva sbloccato un ulteriore contributo da 50 mila euro disposto dal Comune che sarà gestito dal Consorzio per l’adempimento di mutui, spese condominiali e il pagamento degli affitti di chi è in difficoltà. Una goccia per un malessere molto diffuso.