“E se il teatro diventasse un polo per il lavoro e la formazione?”
ALESSANDRIA – Il futuro dei Centri per l’Impiego passa da una relazione, possibilmente efficace e creativa, tra l’Agenzia Piemonte Lavoro e i Comuni piemontesi, con un ruolo centrale per la nostra realtà assegnato al Comune di Alessandria.
I Decreti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali numero 74 del 28/6/2019 e numero 59 del 22/5/2020 forniscono la cornice giuridica che ha bisogno di trovare applicazione localmente attraverso una strategia chiara e una programmazione degli atti sulla base delle disponibilità dell’amministrazione comunale e le risorse messe a disposizione dall’Agenzia.
L’obiettivo, a maggior ragione nel contesto di difficoltà per le politiche tese a dare forza e strumenti alla domanda di lavoro, deve essere il potenziamento infrastrutturale, materiale e immateriale, della capacità delle sedi dei Centri per l’Impiego. La nuova collocazione degli uffici deve essere pensata, sulla base degli standard dettati dalle norme, sfruttando la possibilità di mettere in relazione le competenze e l’operatività dei Centri con le risorse soprattutto professionali e relazionali che le agenzie formative del nostro contesto urbano offrono al territorio: le università, le scuole, i sindacati, le agenzie di lavoro interinale, Lab 121, le agenzie di formazione professionale.
Per fare questo occorrono spazi adeguati, modulabili e sufficientemente grandi e accoglienti anche nella prospettiva di avere una sede naturale per iniziative come “Io Lavoro” come ogni altra attività di orientamento da sempre presente e apprezzata dalle persone in cerca di lavoro e dagli studenti che vi aspirano.
Il Comune di Alessandria probabilmente chiuderà l’accordo con Aspal per riavere il diritto di superficie sul Teatro, avendo quindi tutte le condizioni per far ripartire la pianificazione delle azioni tese alla riapertura dell’immobile che verosimilmente dovrà essere ripensato sia nell’allestimento degli spazi che nella destinazione d’uso.
Meglio dire, forse, nelle destinazioni d’uso visto che nulla vieta di varare una concezione più ampia e più vasta del significato del termine cultura per ridare senso e prospettiva al contenitore.
Ripartire da un primo nucleo di attività e riaperture condivise fra Università e Agenzia Piemonte Lavoro sfruttando risorse che provengono da fonti diverse potrebbe essere un primo passo a breve e, al tempo stesso, un modo per rinvigorire l’interesse e la progettualità di quegli operatori privati che avevano già manifestato attenzione per il rilancio del Teatro. Del resto è chiaro a tutte le persone che conoscono lo stato delle finanze del Comune di Alessandria che senza un progetto privato difficilmente si riuscirà a venire a capo della vicenda.
Il Teatro tuttavia potrebbe rinascere a breve iniziando ad essere un polo di riferimento per la formazione e per il lavoro. La dimensione Pubblica in questo modo traccerebbe la rotta per un intervento più ampio pensato e condiviso fra istituzioni (Regione inclusa, al momento sparita dai radar), fondazioni bancarie e investitori/gestori privati.
LEGGI QUI L’ARTICOLO: Teatro Comunale, 10 anni fa la chiusura