A Trino il Deposito Nazionale del Nucleare? “Da Pane auto-candidatura pericolosa”
La presa di posizione di Cognasso e Giordano
TRINO (Vc) – Vittorio Giordano e Fausto Cognasso, rispettivamente in rappresentanza di Legambiente Casale e Vercelli, intervengono sull’ipotesi che a Trino venga ospitato il deposito nazionale delle scorie nucleari.
«Il sindaco di Trino, Daniele Pane, in un banale ed uggioso mercoledì di settembre ha fatto scoppiare la bomba: “Se entro dicembre verrà pubblicata la mappa dei siti idonei ad ospitare il sito nazionale dei rifiuti radioattivi, e se i territori potranno dichiararsi disponibili, noi non diremo di no”. Per la verità l’idea non è nuova, il sindaco di Trino non ne ha il copyright, ha solo raccolto il testimone da un collega di partito, l’ex on. Rosso (ora fuori dall’agone politico per un “fatterello penale” che lo vede coinvolto) e che, il 16 ottobre 2019, in una sala del senato, partecipando ad un convegno della fondazione Fare Futuro (il cui presidente è il senatore D’Urso), legata a Fratelli d’Italia, se ne uscì con un analogo assunto. A quel convegno partecipò anche lo stesso Pane dando già in quella sede disponibilità da parte sua e della giunta comunale ad ospitare il deposito, senza nemmeno aver chiesto preventivamente il parere ai suoi cittadini per una decisione così importante» spiegano i due ambientalisti.
«Oggi non gli è stato difficile ripetere pedissequamente il ritornello dell’ormai ex assessore regionale Rosso. Il problema però è un altro: perché un sindaco che sa o dovrebbe sapere che il proprio territorio non ha le caratteristiche tecniche per divenire Deposito Nazionale delle scorie, e questo non lo dicono degli ambientalisti frustrati, ma I.S.P.R.A (l’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale) con la Guida Tecnica n. 29 del 2014 “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività”. Perché, dicevamo, un sindaco si lancia in un’affermazione tanto pesante? Pane ha notizie che la suddetta Guida sia stata modificata nei propri criteri e le condizioni che un tempo impedivano ad alcuni territori come quello trinese di ospitare tale impianto siano venute meno? Oppure Pane sa che di tale Vademecum tecnico ci sarà una lettura del tutto politica? Ciò sarebbe amministrativamente e scientificamente inquietante, chi scrive non ha conoscenza che tali paletti, rigorosamente tecnici, siano stati cambiati, anzi, ed allora: di che stiamo parlando? Perché Pane forza la mano? Perché il primo cittadino trinese banalizza (“Si parla di un deposito grande quanto due campi di calcio, riempito al 20-25% della capienza […]”) una complessa opera ingegneristica che dovrà contenere delle scorie radioattive in assoluta sicurezza, meccanica, chimica, idraulica, idrogeologica, radiologica e militare, sottolineiamo militare, per alcune centinaia di anni? Perché Pane strumentalizza soldi e posti di lavoro che, alla luce della storia nucleare trinese, si sono sempre dimostrati illusori specchietti per le allodole? Ultima riflessione-domanda: SoGIN che ruolo ha, se ce l’ha, in tutta questa vicenda? Sul nucleare italiano non si muove foglia senza che SoGIN non dica la propria» proseguono.
«Il Deposito Unico Nazionale è cosa troppo seria per parlarne attraverso pericolose fughe in avanti giornalistiche, che rischiano di “mandare in vacca” anni di ragionamenti e di riflessioni serie e delicate. Per i motivi su esposti Legambiente considera l’autocandidatura di Pane inopportuna, inappropriata, anzi pericolosa, una scelta che rischia di porre un’ipoteca pesante su questo territorio e sui suoi cittadini, soprattutto quelli a venire; un’ipoteca che, se attuata, condannerebbe questo territorio ad una servitù, e quando c’è questa ci sono dei servi (i cittadini), perpetua ed irreversibile. Altro che cambiare il nome della città in Trino Monferrato o Trino nel Monferrato, il cambio proposto qualche mese fa dallo stesso Pane per cambiare la narrazione, lo storytelling, di questo territorio; il rischio è che Trino sia esclusivamente riconosciuta nel mondo come la Pattumiera Nucleare d’Italia. Noi, per parte nostra, rimaniamo fedeli agli esiti referendari del 1987 e del 2011, nei quali la stragrande maggioranza dei cittadini trinesi e piemontesi si pronunciò contro il nucleare, perciò ci batteremo contro questa malaugurata proposta, attuando ogni possibile azione per scongiurarne l’attuazione e invitando fin da ora i cittadini tutti di Trino e comuni limitrofi, su cui ricadrebbero i danni e gli oneri di una simile decisione ad unirsi a noi nella protesta».