Operai trascinati dalla piena, il racconto di chi è corso in loro aiuto
ACQUI TERME – «Io e il collega siamo in servizio di pattuglia in regione Bossalesio quando riceviamo la chiamata della centrale: ci avvertono che due operai al lavoro nel rio Medrio sono in pericolo. Immediatamente partiamo per recarci sul posto». L’Ispettore Capo Alberto Ugoste della Polizia Locale di Acqui Terme insieme all’Assistente Giovanni Sorato è colui che per primo è giunto sulla sponda del Bormida nei pressi del ponte Carlo Alberto dove sono stati tratti in salvo i due uomini – che poi si è scoperto essere fratelli – sorpresi dalla piena che in pochi minuti ha fatto alzare repentinamente il livello del corso d’acqua che attraversa il centro urbano.
«In pochi minuti arriviamo in via Crispi, sul posto troviamo due carabinieri del comando di Rivalta Bormida. Una signora nel frattempo ci fa passare dal cortile di casa che si affaccia proprio sulle sponde del Medrio – continua Ugoste – Subito ci accorgiamo che lì a pochi metri tre operai hanno trovato momentaneo rifugio sul tetto di un escavatore sommerso per metà. Stanno bene, però ci dicono che altri due colleghi “sono stati trascinati via dalla corrente”. Io e Sorato, allora, decidiamo di correre fino al punto in cui il Medrio sfocia nel Bormida, nei pressi di via dei Soprano, mentre i due carabinieri restano sul posto per occuparsi dei tre operai». Una medicalizzata 118 della Misericordia, nel frattempo, segue i dei due vigili urbani per raggiungere il “Carlo Alberto”.
«Arrivati sul ponte notiamo che da una sponda qualcuno si sta sbracciando cercando di attirare la nostra attenzione: era uno dei due operai. Il punto in cui stavano lavorando dista circa un chilometro da quell’area. Decidiamo quindi di prendere il sentiero che dalla strada superiore porta fin giù sulla sponda del Bormida – prosegue Ugoste – Troviamo un cancelletto chiuso, lo scavalchiamo, poi dobbiamo farci largo in mezzo a rovi e rami, in quella zona abbastanza fitti. Finalmente raggiungiamo i due fratelli, entrambi aggrappati al tronco di un albero». Uno dei due, quello più giovane, parla ed è tutto sommato in buone condizioni, l’altro, invece, è in evidente stato di shock, «non proferiva una parola, tra l’altro tra i due era anche quello fisicamente più provato».
Nel frattempo arrivano sul posto anche il medico, l’infermiere e il volontario a bordo del mezzo di soccorso del 118 e uno dei uomini viene messo in salvo sulla riva e fatto adagiare sulla barella per le prime cure; «mi ha subito chiesto il telefono – spiega Ugoste – perché voleva chiamare suo padre per dirgli che erano vivi e che, tutto sommato, stavano bene tutti e due. Il fratello più grande, invece, è stato sistemato sulla barella a cucchiaio dal personale del 118. Successivamente, sono intervenuti i Vigili del Fuoco che lo hanno poi imbragato e portato via».
Ora i due fratelli stanno meglio e sono in discrete condizioni. «Da quanto ho capito uno dei due è stato trascinato via per primo e il più giovane gli è andato dietro per salvarlo. “Un fratello non si abbandona” mi ha detto poco prima che lo caricassero sull’ambulanza».