Botta e risposta fra sei sindaci e l’ASL: “Nell’Ovadese serve un altro medico di famiglia”
Cremolino e Molare approvano un ordine del giorno. Il Distretto: "Entro marzo 2021 un nuovo professionista"
CREMOLINO – Si sono attivati nei giorni scorsi perché temono di rimanere “scoperti”, senza un’adeguata copertura dal punto di vista sanitario, i sindaci di alcuni Comuni dell’Ovadese che, in seguito alla recente scomparsa della dottoressa Esther Parodi, chiedono all’ASL di indicare il nome di un sostituto in tempi brevi. L’iniziativa è partita da Cremolino che, insieme a Molare, ha approvato uno specifico ordine del giorno in cui vengono menzionati anche le amministrazioni comunali di Cassinelle, Montaldo Bormida, Rocca Grimalda e Trisobbio. Il recente silenzio del Distretto Sanitario Acqui Terme-Ovada ha fatto desumere ai firmatari del documento che non ci sia l’intenzione, da parte dell’Azienda Sanitaria Locale, di procedere con la nuova designazione, nonostante la presenza complessiva di un numero di utenti superiore alle 6 mila unità.
Ai nostri microfoni, l’ASL ha confermato che «Al momento, attraverso la redistribuzione dei pazienti presso i medici di famiglia operativi in zona, è garantita la copertura del territorio» e che non interverrà immediatamente con la nomina. «Ciò sarebbe potuto accadere con 300 unità in più, mentre in questa situazione, grazie a una deroga, ciascun medico potrà prendersi in carico un maggior numero di pazienti». Nel febbraio del 2021, poi, si aprirà il concorso per titoli che l’Azienda Sanitaria Locale pubblica una volta l’anno per ricercare, a livello regionale, i medici per le varie zone. Colui che verrà scelto dovrà rendersi disponibile ad aprire un laboratorio nella suddetta area dell’Ovadese.
I rappresentanti delle amministrazioni comunali di Cremolino e Molare, invece, contattati prima della replica dell’ASL, si erano detti scettici a proposito della politica adottata dal Distretto. «Siamo in attesa di notizie ma, di fatto, se ciò dovesse essere confermato, a livello d’ambito territoriale, il numero dei medici di medicina generale calerebbe di un’unità, a fronte di una fascia di popolazione piuttosto importante – afferma Piergiorgio Giacobbe, assessore del Comune di Cremolino –. È una scelta che non permette di risparmiare nulla a livello economico e che anzi, in tempi di pandemia, può creare diversi disagi agli utenti. Se cala il numero dei medici di medicina generale che operano sul territorio – conclude Giacobbe –, allora gli utenti non avranno più libertà di scelta e si ritroveranno “riassegnati” ai professionisti che hanno ancora disponibilità. E poi non è detto che fra qualche mese qualcuno di loro non possa andare in pensione. Per questo motivo abbiamo deciso di portare il problema all’attenzione di tutti». Nel contempo l’amministrazione locale ha chiesto all’ASL di potenziare il servizio di prenotazione telefonica, in modo da rendere più celere la risposta alla necessità di molti pazienti che, non potendo usufruire degli sportelli, rischiano di ritrovarsi alle prese con le linee intasate.
Anche la Giunta di Molare ha già approvato il suddetto ordine del giorno. «Noi siamo interessati solo parzialmente, visto che i nostri numeri sono inferiori, per esempio, a quelli di Carpeneto, Montaldo Bormida e Rocca Grimalda – precisa il sindaco del paese, Andrea Barisone –. Ma, a non piacerci, è proprio questa politica che viene applicata dall’ASL. Un domani potrebbe benissimo essere noi ad avere gli stessi problemi che stanno avendo questi altri Comuni».