Trend confermato: tendenza alla crescita, ma ancora accettabile
ALESSANDRIA – Si chiude una settimana particolarmente complicata sul fronte ‘nuovi contagi’ nella provincia di Alessandria: il caso di Solero e poi quanto è accaduto in ospedale, nel capoluogo, hanno sicuramente inciso sul bilancio del periodo preso in esame, e l’unico nuovo positivo registrato ieri dall’Unità di Crisi (attenzione, la tendenza per quanto riguarda i fine settimana è nota, con pochi tamponi processati) mitiga soltanto parzialmente i dati.
Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, conferma che «la tendenza alla crescita, anche per quanto riguarda la nostra provincia, è confermata. Lo dicono le cifre, perché Alessandria è passata da 38 a 46 casi nel segmento analizzato, mentre a livello regionale l’incremento è addirittura di 109 casi (da 412 a 521). Detto questo, pur ribadendo che bisogna sempre mantenere alta, anzi altissima, la guardia, va sottolineato che era difficile – in un quadro generale così complesso – mantenere gli ottimi risultati ottenuti intorno a Ferragosto, quando eravamo all’incirca sui due casi al giorno. Il trend è confermato: l’aumento c’è ed è in linea con quanto avvenuto all’inizio della Fase 3, ma è ancora su livelli accettabili».
Torino guida la classifica
Passando a una valutazione più dettagliata, il professor Bianchi spiega che «i focolai di Novara e di Vercelli si sono in qualche modo ‘svuotati’, e ora è di nuovo Torino a ‘trainare’ l’intero Piemonte, con il 50% di nuovi positivi. Al secondo posto di questa particolare classifica c’è Cuneo, al 15%, mentre ad Alessandria siamo poco sotto il 10%. Ripeto, serve attenzione, ma la situazione, al momento, è migliore rispetto ai dati nazionali. E poi non dobbiamo dimenticare che cosa sta succedendo oltre confine, con Francia e Spagna su tutte che stanno facendo registrare incrementi davvero enormi».
Il sistema ospedaliero
La buona notizia è rappresentata dal fatto che nonostante tutto, il sistema ospedaliero in regione stia tenendo. «Le terapie intensive – conferma Bianchi – sono cresciute di una sola unità, inevitabile con 521 contagi. L’aumento a livello nazionale dei casi gravi è dovuto a quanto sta accadendo in Campania, Lazio e Sardegna».
Altre considerazioni interessanti: in Piemonte è sempre alta la percentuale di asintomatici (circa il 72%), mentre aumentano i contatti di caso e calano gli screening. In provincia, infine, non ci sono decessi da 33 giorni».