Lucia Bianchi, dodici scatti contro il tumore
La fotografa ovadese presenta il suo ultimo progetto, un libro e una mostra in collaborazione con Vela e Fondazione Cigno
OVADA – Lei è la fotografa Lucia Bianchi; “Disperanza” è il titolo del suo nuovo libro. Una raccolta di scatti e testimonianze per dare ancora voce alle donne, dove le sue “dee-avatar” vengono ritratte, questa volta, nel percorso della malattia oncologica e immortalate con un lenzuolo bianco, agghindate con parrucche colorate e trucco vistoso, mentre fuoriescono da una quotidianità nella quale è complicato essere comprese fino in fondo anche da coloro che le amano e le sostengono.
Perdita e resilienza
Le donne sono ritratte da sole, nella propria essenza, di fronte alle proprie fragilità, ma con la parola “disperanza” si vuole intendere il passaggio resiliente dalla disperazione della malattia alla speranza di una nuova vita. Ogni donna personifica, in modo allegorico, la forza, il tempo, la musica, la delicatezza, l’arresa, il gioco, la leggerezza. «L’idea – racconta l’autrice – è nata all’inizio del 2019 in un periodo particolarmente difficile della mia vita, e fra aprile e maggio si è realizzato fisicamente il progetto. Avevo urgenza di dare voce alle donne malate di tumore, motivo della perdita della mia mamma durante la mia adolescenza, completando il libro con le testimonianze reali di chi sta vivendo o ha vissuto l’esperienza della malattia».
Esibizione temporanea
«Ho creato una chat – prosegue – nella quale le donne che avevano deciso di regalarmi la loro preziosa testimonianza hanno potuto confrontarsi e sostenersi, aiutandomi a superare il tabù di una parola che non riuscivo nemmeno a pronunciare».
Ogni cosa si è mossa nella giusta direzione e domenica 19 settembre il libro sarà presentato nel parco di Villa Gabrieli dove le foto sono state realizzate. Dodici ragazze presenzieranno; loro piedi sarà steso il lenzuolo, abbandonato in una sorta di “liberazione” dal peso della malattia, e le ragazze indosseranno una t-shirt sulla quale è fotografata una piuma (quella che sta sulla copertina del libro) simbolo anch’essa di resilienza e leggerezza. «Ho letto – conclude – un passaggio del libro di Giorgia Sansone (vedi il numero della settimana scorsa ndr): “la tua vita improvvisamente si trasforma, conducendoti in posti dove non immaginavi saresti mai andato, in spazi che non credevi esistessero, in dimensioni mai toccate”. Questa frase si avvina molto al messaggio che vorrei condividere. L’evento ha il patrocinio della Fondazione Cigno.