Grano: evitare rincari e speculazioni
Coldiretti: con ?Gran Piemonte? garanzia di territorialità ed equo riconoscimento economico
PROVINCIA – Dal grano al pane il prezzo non è equo, aumenta di quasi 15 volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A denunciarlo è la Coldiretti in riferimento agli ultimi dati diffusi da Eurostat che evidenziano come in Italia i prezzi del pane siano superiori del 14,5% rispetto alla media in Europa dove il prezzo più alto è in Danimarca e il più basso in Romania. Oggi un chilo di grano tenero è venduto a meno di 21 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quasi quindici volte.
“Proprio alla luce di queste speculazioni acquisiscono ulteriore valore gli accordi di filiera come quello appena partito insieme al Cap Nord Ovest per il frumento tenero Gran Piemonte – affermano il presidente e il direttore di Coldiretti Alessandria Mauro Bianco e Roberto Rampazzo –. Purtroppo, la situazione del grano italiano, stretto tra speculazioni di filiera ed importazioni selvagge, è la punta dell’iceberg delle difficoltà che deve affrontare l’agricoltura italiana. Per questo vanno incentivati progetti virtuosi che garantiscono una prospettiva di reddito a medio-lungo periodo alle nostre imprese cerealicole oltre alla tracciabilità e sicurezza alimentare ai consumatori. Assicurare la sostenibilità della produzione con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto ‘equo’, basato sugli effettivi costi sostenuti, devono essere gli obiettivi principali alla base dei veri accordi di filiera. Con Gran Piemonte vogliamo, infatti, valorizzare il lavoro dei nostri imprenditori che investono e credono nel territorio piemontese, rilanciare il comparto cerealicolo e dare nuovo impulso all’economia territoriale puntando sulla distintività”.
Una progettualità innovativa, soprattutto, perché per la prima volta la miscela di diversi grani avviene già in campo, la semente sarà certificata in sacchi logati “Filiera Gran Piemonte”, le borse merci di riferimento saranno quelle di Milano e Torino ed il pagamento all’imprenditore agricolo avverrà il 15 di settembre.
“La vocazione cerealicola del territorio alessandrino per il frumento tenero è famosa a livello nazionale con oltre 34 mila ettari e più di 2 milioni di quintali di produzione. Ora, con il progetto di filiera Gran Piemonte vogliamo aggiungere un ulteriore tassello, un valore aggiunto fondamentale per fare la differenza nella strategia di promuovere e salvaguardare il Made in Italy – concludono Bianco e Rampazzo -. Con questo importante progetto economico, infatti, saremo in grado di fornire annualmente a livello piemontese circa 300 mila quintali di frumento tenero che, come già contrattualizzato, verrà trasformato da agroindustrie nazionali del settore dolciario per creare, così, prodotti da forno veramente 100% Made in Piemonte e valorizzare il lavoro dei nostri imprenditori che investono e ci credono”.