«È ora di fare più tamponi. E indagare la crescita di questa pandemia»
ALESSANDRIA – La risalita dei casi di contagio da coronavirus colpisce anche il Piemonte: nell’arco degli ultimi sette giorni, infatti, si è passati da 283 episodi a 498. «Numeri – evidenzia il professor Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo – che ci fanno tornare indietro di tre mesi, fino al 27 maggio».
«Tendenza al rialzo»
Alessandria, sul finire della scorsa settimana, aveva mostrato una certa «resilienza» – parole sue – alla rimonta dei positivi. Come sta oggi? «La tendenza al rialzo dovuta con ogni probabilità alle vacanze estive si conferma ormai pure da noi – analizza l’esperto – sebbene proprio gli ultimi dati di oggi (ieri, ndr) siano in controtendenza. Ma arriviamo da un weekend e, come spesso accaduto, il numero dei tamponi è stato estremamente basso, pari ad appena 2.077. Detto ciò, se guardiamo le percentuali, Alessandria fa +0,6%, preceduta in meglio solo da Asti allo 0,5%. Mentre, tanto per rapportarci a realtà che conosciamo, il Piemonte fa +1,6%, la Lombardia +1,7%, l’Italia +3,4% e Vercelli, la sorpresa in negativo, addirittura +5,9%».
Cos’è accaduto? «Sono passati da 27 positivi settimanali a 87. Contando che con ogni probabilità il focolaio esploso nella comunità dominicana oltre venti giorni fa dovrebbe essere estinto, è una realtà da analizzare bene».
«Attenzione ai ricoveri»
Quali riflessioni si possono invece fare sul Piemonte? «Siamo tornati a 71 casi al giorno – risponde Bianchi – Alessandria dal canto suo è a 24, ma sette giorni prima era a 8, con un trend sulla popolazione di 5,7 ogni 100mila abitanti, a fronte del 16,4 ogni 100mila della Lombardia, del 14,8 dell’Italia e dell’11,4 del Piemonte. L’aumento c’è, dunque, ma è per fortuna contenuto. Quindi cautela, cautela, cautela».
Non tranquillizza, purtroppo, l’incremento degli ospedalizzati: «È un riflesso della curva in ripresa ormai dal 20 luglio: così, nell’ultima settimana abbiamo un +15 ospedalizzati, +2 terapie intensive e, pure, +320 isolati a domicilio. E, attenzione, scendono sia gli asintomatici (passati dal 75% al 69%) che gli importati, che erano il 57% e sono attualmente il 39%. Di conseguenza, troviamo più casi autoctoni o di rientro da vacanze in Italia».
Resta il problema dei pochi tamponi? «Il Piemonte ha i numeri tra i più bassi del Paese e questo vuol dire che, se gli episodi di positività saliranno, occorrerà aumentare la capacità di tracciamento. E occhio ai ritardi: sappiamo infatti che prima crescono i contagi, poi gli ospedalizzati e infine le terapie intensive. Fare più test significa comprendere l’andamento della pandemia. E farci trovare pronti per la scuola».