Autostrade: proteste per il ritorno del pedaggio sull’A26
Il provvedimento varato da Autostrade per l'Italia scatena le ire dei sindaci dei comuni delle Valli Stura, Orba e Leira
OVADA – Con il ripristino di due corsie per senso di marcia su buona parte della tratta, è tornato attivo anche il pedaggio sull’A26, nel tratto compreso fra i caselli di Ovada e di Masone. Stop, dunque, alla gratuità – che permane solamente nelle tratte della cosiddetta “cerchia cittadina” di Genova – entrata in vigore lo scorso 27 dicembre, in risposta alle pressanti richieste dei governatori regionali e delle autorità locali.
Un provvedimento che ha scatenato le ire dei sindaci dei comuni aderenti all’Unione di Comuni Stura Orba Leira. “La nostra Giunta – spiegano i primi cittadini promotori di questa iniziativa – si è appellata nuovamente ad ASPI, al Ministero dei Trasporti ed agli assessori regionali alle infrastrutture delle due Regioni (Piemonte e Liguria, ndr) per vedere ripristinata al più presto la gratuità del tratto, dal momento che l’attuale situazione è tutt’altro che priva di interruzioni e disagi (in previsione anche del corposo lavoro previsto sulle onduline). L’attuale assetto non giustifica ancora il ripristino della tariffa e i lavori previsti ad ottobre potrebbero peggiorare ulteriormente la situazione. Riteniamo fermamente che sulla tratta Masone-Ovada e viceversa non abbia senso rimettere la tariffa con la frana del Gnocchetto attiva e relativa chiusura ad ogni allerta meteo!”.
L’Unione intende coinvolgere anche i prefetti, “a fronte del grande aiuto che ci hanno offerto nei mesi scorsi”. A meno di due settimane dalla riapertura delle scuole, sembra essersi riaperta la profonda cicatrice che ha caratterizzato l’ultimo anno, quantomeno sul tema della viabilità. “La Liguria non può essere messa nuovamente in ginocchio”.