In città non c’è un bagno pubblico
Tutte le ‘ritirate’ sono chiuse perché non ci sono i soldi per le pulizie
ACQUI TERME – Maurizio Giannetto, uscito dalla compagine di governo acquese, non rinuncia a partecipare al dibattito cittadino da uomo libero. Partendo da argomenti semplici, vicini alle esigenze quotidiane della popolazione, ad esempio i bagni pubblici. L’input, la foto su pubblicata. «Cos’è? Un bagno autopulente che l’amministrazione Bertero aveva fatto installare circa 6 anni fa – spiega l’ex assessore – Abbiamo investito quasi 60mila euro in questi anni per dare un servizio ai cittadini in un punto della città frequentato tutto l’anno da moltissime persone, in prevalenza mamme con bambini che passano ore nell’area giochi».
Giannetto ci riferisce i termini relativi all’uso della ritirata. «Nel 2020 scadeva il contratto di noleggio, pertanto l’amministrazione avrebbe potuto riscattare la struttura con circa 1500 euro e mantenere il servizio attivo con il solo costo della manutenzione. L’alluvione del novembre 2019 ha arrecato alcuni danni alla parte elettrica che, da preventivo, avremmo potuto riparare con circa 3mila euro. Ed invece l’amministrazione ha deciso che i servizi non servivano più, le risorse necessarie non erano disponibili e pertanto una encomiabile iniziativa della precedente amministrazione è finita nel nulla: i bagni sono stati resi alla PTmatic».
Da quanto riferisce Giannetto nella città bollente non ci sarebbe un servizio igienico pubblico disponibile. «Certo avremmo i bagni adiacenti al liceo Saracco, 5 servizi compreso quello per disabili, quello in piazza Don Dolermo, altri nell’area camper. Tutti inesorabilmente chiusi perché l’amministrazione non si può permettere di pagare il servizio di pulizie».
Lei faceva parte della Giunta. Poteva affrontare l’argomento per tempo… «E l’ho fatto – risponde – In una riunione ho presentato una comunicazione che metteva in risalto quello che per me era un problema, visto che siamo in una città turistica e abitata da tante persone anziane. Mi sono sentito rispondere sarcasticamente “gli anziani escano col pannolone”».
Un atteggiamento snob che l’ex tecnico di Palazzo Levi avrebbe registrato su altre questioni segnalate: mancanza di servizi, buche, sicurezza stradale, videosorveglianza e manutenzione spazi verdi, per citarne alcune.
«Però, proprio in questi giorni (in fretta e furia), sono passate due Determine per acquistare fiorellini per i vasi di corso Italia e garantirne l’innaffiatura fino a fine anno con un impegno di spesa di più di 10mila euro – lamenta – E’ vero, anche l’occhio vuole la sua parte, e non voglio disquisire sull’utilità o la bellezza delle panchine in granito ristrutturate e dei vasi di fiori, mi chiedo però se non si sarebbe potuto aspettare per spendere più di 30mila euro in un momento che l’amministrazione ‘non ha un euro per passare la Bormida’».