Personaggi della Valenza ottocentesca
Nuovo approfondimento sulla storia della città
VALENZA – Tracciamo dei brevi profili di alcune delle figure valenzane più attive e meritevoli che hanno in vario modo contribuito allo sviluppo, e a plasmare l’identità, di questa città nel XIX secolo.
Giusto Calvi – Politico, giornalista, preparato e dotato di grande capacità comunicativa, piace, convince e crea entusiasmo. E’ stato l’uomo politico più eminente di Valenza. Paradigma della lotta sociale d’inizio secolo, spesso travisata dalla passione. E’ nato a Mugarone nel 1865. Fin da giovane è attento alle faccende sociali, alle disuguaglianze del popolo e alle problematiche del proletariato. Si aggrega al Partito Repubblicano, poi all’Internazionale Socialista e infine al Partito Socialista Italiano. Si laurea in Lettere Filosofia e Storia a Roma nel 1887. Insegna nel Ginnasio di Valenza e fonda il giornale” Il Gazzettino di Valenza”. Nel 1888 si trasferisce a Buenos Aires (dove nello stesso anno emigrano circa 200 valenzani), rientra a Valenza e torna all’insegnamento nelle scuole tecniche, fonda il giornale socialista valenzano “Avanti”. E’ rimosso dall’insegnamento e va un’altra volta all’estero, negli Stati Uniti, dove dirige diversi giornali (e dove i liberali valenzani vorrebbero si fermasse a lungo). Lì si sposa nel 1897, ma l’anno successivo rientra in Italia. Nel 1900 lo ritroviamo a Milano redattore di “Vita Internazionale” dove rimane per diverso tempo, legandosi al socialismo riformista di Treves. Nel 1905 viene eletto deputato nelle file socialiste nella XXII legislatura (1904-1909): sono votazioni suppletive per la morte del deputato liberale del Collegio Ceriana Mayneri Lodovico, ed è proprio a Valenza città che Calvi trionfa ottenendo il 63% dei voti. Colpito da una gravissima affezione è costretto ad abbandonare gli impegni, si ritira a Valenza e fonda il nuovo periodico socialista “La Scure” che dirige fino alla morte, ivi avvenuta il 17-6-1908. Glorificato come un santo laico, sulla lapide commemorativa, fissata nella sua casa di Valenza, è vergato “In questa casa con fede antica Giusto Calvi poeta cittadino tribuno bandì primo in Valenza la nuova religione della giustizia sociale”.
Lorenzo Battezzati – Nasce a Valenza nel 1861, a 16 anni si trasferisce a Milano, quindi a Genova. Ritorna a Valenza e fonda, a soli 35 anni, la Tipografia Artistica Battezzati la cui sede, in corso Garibaldi poi in via Alfieri, sarà il punto d’incontro di tutti i personaggi più influenti del Partito Socialista locale e dove verranno stampati i più noti giornali locali dell’epoca, tra cui “La Scure” e “Il Gazzettino”. Autodidatta, dotato di un elevato sentimento, di una vastissima cultura costruita con sacrificio giorno dopo giorno, poiché studia moltissimo senza maestri, quasi per magia, si accosta alla letteratura divenendo l’autore di pregevoli commedie e drammi in cui sono colti, con un incredibile realismo, i fatti del suo tempo. Muore nel 1933.
Pier Carlo Boggio – Torino 1827, mare Adriatico 1866. Patriota, avvocato, giornalista e docente universitario. Deputato dal 1857 sino alla scomparsa, da volontario capitano della Guardia civica, nella famosa battaglia navale di Lissa nel 1866, durante la Terza Guerra d’Indipendenza. Moderato cavouriano filogovernativo, è un caldissimo sostenitore dell’Unità nazionale e della netta separazione e indipendenza fra Stato e Chiesa. Massone, dopo la scomparsa di Cavour milita nelle file della Destra, intensificando la sua polemica contro i democratici. E’ eletto nel Collegio di Valenza nell’elezione Generale del 25-3-1860 (VII legisl. Regno di Sardegna) con 295 voti su 559 votanti e nel Ballottaggio a Castellamonte. Riconfermato a Valenza nell’elezione Generale del 27-1-1861 (VIII legisl.) con 579 voti su 818 votanti e del 29-10-1865 (IX legisl.) con 603 voti su 1.144 votanti.
Don Massimo Cordara Pellizzari e Palazzo – Ricco canonico, cav. dei SS. Maurizio e Lazzaro, ex domenicano, scomparso nel 1836. Con testamento del 24-01-1834, dona tutto il suo patrimonio immobiliare costituito da terreni e case poste in Valenza e Lomellina (circa 700 mila lire) per la fondazione dell’Opera Pia Pellizzari, che ha lo scopo di promuovere l’educazione ed avviare agli studi, all’arte, alla religione e soccorrere i bisognosi. Tre grandi progetti hanno caratterizzato l’attività più recente dell’Opera Pia Pellizzari: la ristrutturazione di Palazzo Pellizzari, sede del comune, la costruzione della Residenza Assistenziale Flessibile per disabili (RAF) denominata Casa Protetta, la ristrutturazione dell’asilo. L’edificazione del Palazzo Pellizzari è attribuita a Carlo Andrea Pellizzari e risale alla fine del Settecento. In stile neoclassico, sede attuale del Comune, è sicuramente il più attraente edificio della città. Le sale sono state squisitamente affrescate dal pittore piemontese Luigi Vacca. Lo scalone ospita una lapide di Manzù con parole di Quasimodo. Nel salone è collocato un busto del Comolli che rappresenta Napoleone I. Alla fine della prima rampa del grandioso doppio scalone in pietra che porta al primo piano, è possibile ammirare il busto marmoreo di Massimo Cordara Pellizzari, cui, in tempi successivi alla realizzazione della scultura (opera di Luigi Melchiorre), è stata dedicata un’epigrafe, che ne sottolinea l’opera benemerita
Canonico Don Vincenzo Zuffi e l’Ospedalino – Fonda un Ospedale per poveri incurabili detto “l’Ospedalino” (benefattori Teresa Lana e Filippo Seyderik). Aperto il 29-11-1832 con due letti, viene ben presto portato ad otto. Nel 1860, con nuove risorse, viene rinnovato e ampliato, acquisisce la capacità di 40 posti che all’inizio del 900 diventano un centinaio. Il primo direttore dell’istituto (fino al 1898) è don Francesco Conterio. Nel 1958 la struttura è ulteriormente ampliata di due bracci laterali, con la chiusura di porticati e corridoi. Nel 1980 viene decisa l’estinzione dell’ente e il trasferimento del tutto al Comune. Infine, nel 2002 è nuovamente convertito in istituzione (L’Uspidalì), sostenuta sempre dal Comune. Esempio di dignità e onore, don Zuffi, un prete pratico di management quanto di sacre scritture, è creato barone da re Carlo Alberto. Muore nel 1835.
Giovan Battista Comolli – Famoso scultore allievo del Canova. Nasce a Valenza il 19-02-1775 da famiglia valenzana (da Giovanni e Giuseppina Frasta (Trasti), Studia a Roma con gli insegnamenti del Canova. Alla caduta della Repubblica Romana (1799) ripara in Francia, insegna a Grenoble e poi a Torino. Dopo la fine di Napoleone, fissa la sua dimora a Milano e s’inserisce negli ambienti dell’aristocrazia liberale milanese ove rimane sino alla morte che avviene il 26-12-1831. La sua fama diviene immensa, molte le opere tra cui alcuni capolavori. Populista, qualunquista in salsa oligarchica, durante la Repubblica Romana è sospettato di giacobinismo e nel 1822 a Milano è arrestato quale supposto carbonaro insieme al Confalonieri. Valenza conserva un busto di Napoleone, posto a Palazzo Pellizzari nella sala del consiglio (dono della famiglia De Cardenas), un busto in gessopresso di Francesco De Cardenas del 1829 e la decorazione nel Duomo dell’altare della Madonna del Rosario (dell’Ascensione).
Famiglia De Cardenas – Oriundi di Spagna, giungono a Valenza nel XVI secolo (trapasso di Valenza agli spagnoli), con incarichi militari. Il primo a giungere è Alonso poi Francesco entrambi si trattengono e si sposano a Valenza. Non sono parenti e danno origine a due rami diversi. I membri delle casate ricopriranno cariche di una certa importanza, circondati sovente da un clima di venerazione e gratitudine. Il capitano Gabriele (Gabriello) è governatore della città dal 1641 sino alla morte nel 1644; Gaspare Francesco è prevosto dal 1740 al 1780. Il ramo comitale è investito nel 1733 a Valeggio (Feudo della Lomellina acquistato nel 1726) da Giovanni Francesco. Il nipote conte Francesco (1763-1835) è il riformatore delle scuole nel 1798, fonda una dotazione pia detta La Rosiera, al tempo francese è consigliere di prefettura e presidente del cantone di Valenza. Vive in piena epoca napoleonica, capace di fare proprie molte idee del tempo, altero membro del Collegio elettorale Dipartimento di Marengo, consigliere municipale, infine nel 1813 viene eletto sindaco di Valenza (Maire). Il figlio di Francesco, Lorenzo Gaspare Matteo conte di Valeggio (nato a Valenza nel 1791), è sindaco di Valenza dal 1840 al 1845 (nel 1844 ospita nel suo palazzo il re Carlo Alberto), è senatore prima dello Stato Sabaudo e poi del Regno d’Italia fino alla morte in Valenza nel 1863. E’ il maggior interprete locale dell’area governativa piemontese, trova nell’ideale monarchico e nell’azione moderata la sua venatura politica. Il figlio, conte Giuseppe (nato a Valenza nel 1821), un vero leader politico della destra storica locale, è eletto, quasi all’unanimità degli elettori, alla Camera nelle Suppletive del 16-7-1866 (IX legisl.) con 612 voti su 669 votanti, nell’elezione Generale del 10-3-1867 (X legisl.) con 704 voti su 782 votanti e nell’elezione Generale del 20- 11-1870 con 514 voti su 776. L’altro figlio conte Gerolamo (1818-1896), segretario di legazione e gentiluomo di corte d’inquieta intraprendenza, è privato dell’attributo per le violente lotte politiche condotte. A Valenza in via Banda Lenti si trova palazzo De Cardenas (risale ai primi del ‘600, oggi mobilificio Pedrina), è vincolato dal ’39. In questo sito hanno dormito don Bosco, Carlo Alberto, la regina Margherita. In quello che era il giardino, oggi parco Ferrari-Trecate, si comprende meglio com’era la primitiva costruzione.
Sandro (Alessandro) Camasio – Celebre letterato, giornalista e commediografo. Nasce ad Isola della Scala (prov. di Verona) il 5-11-1886 da autentica e borghese famiglia valenzana. Il padre, funzionario pubblico itinerante, alla fine si trasferisce a Torino dove Sandro vivrà e morirà prematuramente a soli 27 anni il 23-5-1913, a seguito di un attacco di meningite. A Valenza, nella villa in valle Citerna, passa frequentemente i periodi estivi, ricordati più volte con nostalgia. Scrittore crepuscolare, laureato in giurisprudenza, la sua opera teatrale (quindi film) più famosa è “Addio Giovinezza”, quale giornalista della “Gazzetta di Torino” scrive numerosissimi articoli ed alcune commedie. Si cimenta anche come regista con il film Antro Funesto (1913). E’ sepolto a Valenza nella tomba di famiglia.
Famiglia Ceriana – Mayneri – I Ceriana, famiglia valenzana forse d’origine ligure, furono banchieri e proprietari di filande; benemeriti verso le istituzioni locali, contribuirono notevolmente allo sviluppo della nostra zona. Giuseppe acquista il palazzo di via Cunietti dai Capriata verso la fine del ‘700, egli nel 1822 possiede e gestisce direttamente sei filature di seta con l’impiego complessivo di sessanta dipendenti, nel 1821 ha già fondato la Banca Ceriana Frères et Soies che dal 1900 si chiamerà Fratelli Ceriana spa ( nel 1919 la sede sarà poi trasferita a Torino): è sicuramente uno dei principali protagonisti dello sviluppo di Valenza. I figli di Giuseppe, Carlo Vincenzo e Pietro costituiscono nel 1850 a Torino una società per “ l’esercizio delle filature e dei filatoi, la compravendita e filatura di seta ed organzini e per operazioni di banca anche per conto terzi”. Nel 1890 i Ceriana sono ancora tra i maggiori industriali della seta, con 6 setifici in Piemonte che occupano 1.300 dipendenti. Carlo Vincenzo (Valenza 1807, Torino 1875), figlio di Giuseppe, sposa a Torino, nel 1847, Teresa del conte Lodovico Mayneri, assumendone il titolo comitale. Suo figlio Lodovico Ceriana Maineri (Torino 1857- 1905), conte, laureato in giurisprudenza, diplomatico liberale, capo carismatico che compenetra in grandezza una schiettezza che pare quasi arroganza, è continuamente eletto alla Camera nel Collegio di Valenza. Nell’elezione Generale del 6-11-1892 (XVIII legislatura) con 3.935 voti su 6.531 votanti, nell’elezione Generale del 26-5-1995 (XIX) con 3.706 voti su 4.912 votanti, nel Ballottaggio del 28-3-1897 (XX) con 4.085 voti su 5.677 votanti, nell’elezione Generale del 3-6-1900 (XXI) con 3.598 voti su 5.788 votanti, nell’elezione Generale del 6-11-1904 (XXII) con 4.174 voti su 6.698 votanti. Il fratello di Lodovico Michele subentra in parlamento dal 1908 al 1909. Vincenzo Ceriana (1853-1934), figlio di Pietro, è sindaco di Valenza dal 1892 al 1897, nel 1886 costruisce la bella villa Ceriana sul “bricco” di Mazzucchetto. Carlo Ceriana Mayneri (1886-1960) è un generale italiano, nonché conte.
Achille Grandi – Giornalista, tipografo. Nasce a Valenza nel 1842. Maestro elementare e stampatore, scrive articoli e fonda il giornale caricaturale “L’Eremita”. D’idee sociali progressiste e di nobili sentimenti, dotato di grande abilità oratoriale, ha vasto successo popolare nei suoi scritti. E’ uomo di cultura riformista, purificata, libertaria e insofferente a vivere entro un orizzonte ristretto, che ogni tanto prende a manrovesci il prossimo. Si trasferisce a Roma dove lavora come compositore nella “Gazzetta Ufficiale”, nel 1871 partecipa al Congresso Operaio e fonda il giornale “Patto di Fratellanza” (dal gruppo nascerà nel 1895 il Partito Repubblicano), crea numerose società operaie e cooperative. Nel 1884 è eletto consigliere comunale in Campidoglio e rieletto nel 1889, 1890, 1892. Muore a Roma nel 1892 a soli 50 anni, a causa di una violenta polmonite.
Alberto Merlani – Nato a Valenza il 12-1-1855, avvocato repubblicano-socialista amico di E. De Amicis. E’ eletto alla Camera dei Deputati nell’elezione Generale del 6-11-1892 (XVIII legisl.1892-1895, sinistra storica) nel Collegio di Torino III con 1.098 voti su 2.188 votanti. E’ anche consigliere comunale a Torino nel 1904. Viene rieletto al Parlamento nell’elezione Generale del 7-3-1909 (XXIII legisl.1909-1913) nel Collegio di Valenza con 3.394 voti su 6.071 votanti. Dotato di forza retorica sobria, ma persuasiva, ha un solido rapporto con le cooperative; molto apprezzato per la sua formazione e il rigore appassionato, per alcuni odiatori che non lo amano tanto, si finge di sinistra essendo di destra.
Vincenzo Morosetti – Nasce a Valenza intorno al 1813, apprendista nella sua città presso l’azienda Canti (un precursore dell’oreficeria locale) perfeziona l’arte orafa da altre parti, nondimeno che in America. Torna a Valenza e attorno al 1845, con la propria azienda e poi nel 1849 con la “Fratelli Morosetti” (Vincenzo e Maurizio), avvia una produzione di un certo pregio, servendosi di tecniche più raffinate capaci di far migliorare concretamente la produzione orafa valenzana . Muore il 2-6-1887.
Vincenzo Melchiorre – Nasce a Valenza nel 1845 e muore nel 1925. E’ uno dei fondatori dell’arte orafa valenzana. Tra i giovani lavoratori che siedono ai banchi della ditta Morosetti per imparare il mestiere nel 1862 c’è lui: un giovane, di spirito irrequieto ma dotato d’intrinseche doti artistiche. Egli, come il Morosetti, prima di fondare la sua iniziale manifattura nel 1873 con Angelo Ceriana e Paolo Dellavalle (Vincenzo Melchiorre & C. ), compie un lungo tirocinio che lo porta prima a Torino e poi a Parigi, allora tempio europeo della moda e del lusso. Nel tempo, la sua ditta produrrà una gioielleria di livello qualitativo sempre più elevato rispetto alla media, capace di rispondere al gusto e alla moda di un pubblico benestante aggiornato sulle ultime tendenze, tracciando anche in modo caratterizzante il modello dell’oreficeria valenzana e della gioielleria italiana. Il fratello Luigi, scultore di pregio, è artefice del monumento a Garibaldi nella piazzetta Verdi.