Risarcimento danni: assicurazioni prese d’assalto
L'assicuratore: "con il cambiamento climatico le situazioni estreme sono all?ordine del giorno. E anche con le assicurazioni ci si deve adeguare"
ALESSANDRIA – Non solo si è scoperti perché il tetto è saltato via, ma anche perché la polizza assicurativa non è sufficientemente estesa. Scenario possibile, anzi probabile, stando almeno ai primi riscontri con le compagnie assicurative di Alessandria che devono confrontarsi con utenti alle prese con la conta dei danni, dopo la tempesta di pioggia e vento di sabato sera a cui ha fatto seguito, domenica, un violento temporale.
Il problema non è affatto da sottovalutare, specie in questi tempi difficili in cui, a causa anche della crisi economica amplificata dall’emergenza Covid, c’è chi, probabilmente, non ha ritenuto necessario “investire” denaro in una copertura assicurativa ampia, confidando nella buona sorte. Quanti sono i pentiti per la scelta sbagliata non lo sapremo mai. Ma che lo scenario sia preoccupante è piuttosto chiaro: basta parlare chi è nel settore.
Il presidente provinciale del sindacato nazionale degli agenti di assicurazione si chiama Bruno Mauro. Guida un’ottantina di iscritti tutti alle prese, in questi giorni, con pratiche da gestire. C’è chi ha 50 richieste di risarcimenti, chi 100, chi più ancora. Il grosso del lavoro riguarda Alessandria; a ruota Casale e via denunciando.
Rinunce dolorose
«I danni sono notevoli – spiega Mauro – Mi riferisco in particolare ad abitazioni, fabbricati, cantine, garage. Diciamo che i condomìni, di solito, sono assicurati con polizze che includono le garanzie sugli eventi atmosferici». L’estensione non è obbligatoria, «ma gli amministratori tendono a stipularla. Purtroppo, però, molte non sono complete: per pagare meno, si rinuncia a qualche voce. Ogni preventivo, comunque, è discusso nelle assemblee condominiali, quindi le garanzie dovrebbero essere nota a tutti i condòmini. Non dimentichiamo che l’assicurazione è una cessione del rischio: io privato cedo il rischio pagando la compagnia assicurativa. È un concetto che deve passare: l’italiano medio, a cui manca cultura nel settore, tende a pensare che con l’assicurazione ci si deve guadagnare». Invece è questione di previdenza, «tanto più con il cambiamento climatico: le situazioni estreme sono ormai all’ordine del giorno. E anche con le assicurazioni ci si deve adeguare».
Tensioni sociali
Ma se, per la casa, la tutela di solito è estesa («perché considerata bene tangibile, fondamentale»), per l’auto non è così. «Molti si limitano alla copertura obbligatoria, rinunciando, ad esempio, a garanzie su cristalli, atti vandalici ed eventi atmosferici». Poi bastano venti minuti come quelli di sabato sera ed è il disastro.
Il costo della copertura assicurativa per eventi atmosferici e atti vandalici è proporzionale al valore del mezzo: «Non c’è un premio medio, che invece esiste sull’Rc auto che, a oggi, è di circa 280 euro». Il rischio vero è che qualcuno, già in difficoltà economiche, abbia perso beni “non recuperabili” con l’assicurazione. Le cosiddette “tensioni sociali” nascono anche così.