“Zero Pfas”: le reazioni (opposte) dopo l’intervento del ministro dell’Ambiente
Sean Sacco (M5S) chiede biomonitoraggio. Claudio Lombardi: "Alla Conferenza dei Servizi si tenga conto delle parole di Costa"
ALESSANDRIA – Il dato che emerge con forza dopo le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sui limiti dei Pfas, che hanno anticipato l’intenzione di una stretta ancora più importante rispetto all’Europa, ovvero lo “zero laboratoriale”, è che tutte le amministrazioni, a partire dal Comune di Alessandria, attendono direttive precise. Il vuoto normativo, infatti, non garantisce azioni mirate.
«Il fatto che vengano fissati limiti precisi alle emissioni di PFAS – intervengono il sindaco di Alessandria, Gianfranco Cuttica di Revigliasco e l’assessore all’ambiente Paolo Borasio – porta un elemento di chiarezza che va a vantaggio di tutte le parti in causa. La mancanza di parametri di riferimento, infatti, non permette di valutare la situazione con gli elementi tecnici necessari. Per questo ci auguriamo che si arrivi al più presto a colmare questo “buco” normativo stabilendo parametri certi che aiuteranno tutti».
A livello regionale, l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati è critico. «Il ministro Sergio Costa dice “mettiamo i limiti”, ma non lo ha ancora fatto. Quindi, al momento, si tratta solo di intenzioni e lascia le Regioni con il cerino in mano. Il tema dell’ampliamento chiesto da Solvay, in merito al cC6O4, è estremamente attuale. Noi vogliamo arrivare – spiega Marnati – ad avere limiti di 0,5 microgrammi per litro. E questo perché fino a quel limite, l’Istituto superiore di sanità sostiene che i parametri siano tollerabili. Noi vogliamo arrivare a quel traguardo, ma ci vuole il suo tempo per costruire un’impiantistica che porti la tecnologia delle aziende a filtrare particelle finissime. In primis vogliamo tutelare sicuramente l’ambiente e la salute, ma anche i posti di lavoro e gli investimenti. Se il ministro avesse imposto i limiti due anni fa, oggi avremmo un percorso già avviato. Se passasse la linea annunciata dal ministero dell’Ambiente – continua Marnati – è probabile che molte aziende italiane, senza un periodo di transizione per adeguarsi, rischierebbero di delocalizzare. Le intenzioni del ministro sono legittime, ma allarmanti e confusionarie. Se l’intento è far chiudere le aziende chimiche dall’oggi al domani, lo dica».
Tornando al caso del polo chimico di Spinetta, Matteo Marnati spiega: «Solvay deve capire che l’aspetto ambientale e sanitario è prioritario, se dobbiamo raggiungere obiettivi che sono difficili ci vogliono da parte loro serietà e risorse. Per impegnare risorse hanno bisogno di un po’ di tempo, in due anni riusciamo a raggiungere l’obiettivo. La tutela delle acque, dell’ambiente e della salute».
Claudio Lombardi: “Il ministro dell’Ambiente si è espresso con chiarezza”
Il Ministro dell’Ambiente si esprime con estrema chiarezza sugli obiettivi in materia di PFAS dell’Unione Europea e sulle direttive che emanerà il suo dicastero in merito – l’intervento è di Claudio Lombardi (nella foto), del Comitato Stop Solvay e Legambiente – Tutto ciò ci tocca da vicino in quanto, tali sostanze sono fra i maggiori inquinanti dell’alessandrino e sono rilasciate dal polo chimico. Solvay ha chiesto di aumentare la produzione di cC6O4 da loro prodotto adducendo il fatto che, pur appartenendo alla famiglia dei PFAS, è innocuo. Il Ministro Sergio Costa non fa alcuna distinzione fra PFAS buoni e cattivi ma afferma che il criterio di valutazione è univoco. Implicitamente assume che tali componenti non devono essere presenti nell’ambiente in particolare quindi nelle acque di falda e nelle acque destinate al consumo umano assumendo una posizione più restrittiva di quella di 100 ng/l proposta dalla UE. I limiti che UE e ancor più il ministro Costa si accingono a promulgare (100 ng/l la Commissione Europea , zero “tecnico” per l’Italia) devono essere imposti all’azienda anche se ragionevolmente il loro iter di approvazione andrà temporalmente oltre la Conferenza dei Servizi che deciderà in merito. Dovranno essere la Provincia di Alessandria e la Regione a pretendere che ciò avvenga», conclude Lombardi.
Sean Sacco: “La Regione ferma al palo, serve il biomonitoraggio”
“Sui pfas la situazione è critica ma la Regione Piemonte è ancora ferma al palo in attesa che la soluzione cada dall’alto”. L?intervento è di Sean Sacco, capogruppo del M5S in Regione.
“Intorno al Polo Chimico di Spinetta Marengo le preoccupazioni dei cittadini sono sempre maggiori e come ribadito a più riprese, gli studi evidenziano un’eccedenza di patologie nelle popolazioni residenti nei pressi del polo. Da Cirio e Marnati ci aspettiamo una presa posizione netta sui limiti delle concentrazioni consentite e, come stabilito in un mio ordine del giorno approvato all’unanimità nell’aprile del 2020, la possibilità di disporre ogni azioni utile a predisporre un biomonitoraggio umano rivolto alla popolazione esposta agli agenti chimici.
Sull’annosa questione (dei limiti riguardanti i Pfas, ndr) si è espresso anche il Ministro Costa che ha garantito una forte stretta sui limiti. La mancanza di una normativa precisa sui limiti delle concentrazioni dei Pfas ha lasciato uno spazio d’azione incompatibile con l’ambiente e con la salute dei cittadini. In Conferenza dei Servizi la Solvay ha chiesto infatti di ampliare la produzione di cC604 sfruttando un vuoto normativo che deve essere colmato.
In questo clima di incertezza le parole del Ministro sono però confortanti: l’Italia è stata infatti la prima nazione a chiedere in Europa di abbassare il valore di queste sostanze a 0.1 microgrammi al litro e l’aver riconosciuto i Pfas come un problema reale delle acque europee ha permesso al ministero di valutare una stretta ancora maggiore per tagliare il limite fino allo “zero laboratoriale”, cioè il valore minimo di concentrazione di Pfas tecnicamente misurabile.
La palla passerà presto alle Regioni che avranno la responsabilità delle misurazioni.
Pronta un’interrogazione rivolta alla giunta per valutare come intendano agire e per conoscere lo stato di applicazione del mio ordine del giorno sul biomonitoraggio“.