Coronavirus, il prof. Bianchi: «Aumenta il numero dei contagi. Ma i dati restano accettabili»
La crescita dei casi nell'Alessandrino fa suonare un campanello d'allarme
«Il bilancio della settimana conclusa ieri non è buono, forse ci eravamo abituati troppo bene. In Piemonte siamo passati da 33 casi, che era il minimo storico, a 73 nuovi episodi, con un incremento di ben 40 unità. E anche per quanto riguarda la provincia, serve tenere alta la guardia». L’analisi di Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, va ben al di là dei semplici numeri, per quanto siano sufficientemente eloquenti.
«Se prendiamo in considerazione la nostra regione, la media degli ultimi sette giorni si assesta su 10,5 contagi al dì, il doppio del segmento precedente. Bisogna avere la capacità di fare le giuste proporzioni, e proprio per questo motivo mi sento di dire che si tratta di ‘oscillazioni a bassa quota’. Perché se è vero che l’aumento è evidente, va allo stesso modo riconosciuto che i dati restano ancora accettabili. Se prendiamo in considerazione gli ultimi quattro, cinque giorni, la curva sembra evidenziare una tendenza a salire, sarà importante verificare che cosa accadrà da oggi fino al prossimo aggiornamento».
MALE CUNEO, BENE BIELLA
Passando all’analisi per province, Bianchi sottolinea che «fa impressione il dato di Cuneo, dove si registra una crescita notevole, di 17 casi in più rispetto alla settimana precedente. Alessandria è a quota 10, essendo passata da 3 a 13, mentre il risultato migliore è quello di Biella, che da ben 13 giorni consecutivi non registra alcun incremento.
TANTI ASINTOMATICI
Volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, il professor Bianchi osserva che «rimane alta la percentuale di asintomatici, intorno al 73% ed è sicuramente un aspetto importante sottolineare che non ci sono casi provenienti da Rsa. Il 40% dei nuovi contagi deriva da screening, un altro 40 da contatti di caso, mentre sale fino al 16% la nuova voce ‘casi importati’. Un aspetto che va monitorato con attenzione. La notizia migliore è che nell’ultimo mese il tasso di letalità è sceso al 9%: un ottimo riscontro, dopo che a maggio/giugno eravamo al 13%, mentre nella fase iniziale, e più acuta, dell’emergenza, addirittura al 24%. Attenzione, però: guardia sempre alta e massima prudenza».