Edilizia, il lockdown peggiora la crisi ma da maggio segnali di ripresa
Presentato il report semestrale dell'Ance di Alessandria
Il 2020 avrebbe dovuto essere l’anno del rilancio, o comunque quello «che avrebbe potuto confermare la tendenza di leggero miglioramento che sembrava intravedersi dai dati presentati in occasione del precedente rapporto congiunturale».
Invece, sulla strada dei costruttori edili, si mette l’emergenza covid: «Una variabile impazzita capace di complicare, ancora una volta, una ripresa di per sé piuttosto lunga e faticosa». Sono le riflessioni di Paolo Valvassore, presidente provinciale dell’Ance, l’associazione di categoria, che ieri mattina ha presentato alla stampa il consueto report estivo che illustra lo stato di salute del settore.
Per restare in tema di criticità, un altro duro colpo per un comparto già in crisi è arrivato, il 30 giugno scorso, dalla scelta del governo di chiedere a Bruxelles la proroga per ulteriori tre anni del meccanismo fiscale dello split payement. In sostanza, le imprese non ricevono il pagamento dell’Iva da parte delle stazioni appaltanti pubbliche ma, al tempo stesso, sono costrette a riconoscerla ai propri fornitori: «Un buco del genere – sottolinea Valvassore – sarebbe tollerabile se i rimborsi Iva
da parte dell’erario fossero veloci. Ma, come emerge dalla nostra indagine, il 60% degli imprenditori deve aspettare 9 mesi per riceverli…».
Il dato positivo è che, da maggio, dopo che la pandemia ha pesantemente condizionato i mesi di marzo e aprile, si cominciano a percepire segnali di ripresa. Peraltro, i dati della Cassa edile – nel bilancio chiuso al 30 settembre 2019 – mostravano uno scenario incoraggiante, con una ripresa delle ore lavorate e della massa salari denunciata: +6,50 e +15%, anche se ancora lontano dai numeri pre-crisi.
Un altro buon segnale arriva dalle compravendite (dati Osservatorio mercato immobiliare). Sul territorio provinciale è stato infatti riscontrato nel 2019, rispetto al 2018, un incremento dell’11%. Davanti a tutti il Casalese (+23%), seguito da Valenzano e Alessandrino (+19). Soltanto il Tortonese fa registrare un calo, peraltro contenuto (-5%).
Leggera contrazione anche per quanto riguarda i permessi di costruire: «Anche qui – rimarcano i costruttori – ha inciso il lockdown, con tre mesi di chiusura degli studi privati». Per questo, «il -24 non è un valore del tutto negativo». Anzi, è un numero da cui ripartire.