“Vogliamo realizzare un grande memoriale della Resistenza”
Il famoso giornalista e Alba Parietti sabato alle 18,30 a Villadeati per parlare della Lotta di Liberazione
VILLADEATI – Testimonianze per non dimenticare, per ricordare una pagina fondamentale della nostra storia. È il grande lavoro che Gad Lerner sta compiendo insieme a Laura Gnocchi, raccogliendo le parole di tutti i partigiani ancora in vita.
Sabato, alle 18.30, il giornalista è a Villadeati, paese martire della Resistenza, insieme ad Alba Parietti. Nella chiesa di San Remigio Lerner presenterà ‘Noi partigiani’ (Feltrinelli), scritto con Laura Gnocchi e che raccoglie cinquanta delle testimonianze fino ad ora raccolte. Alba Parietti parlerà del suo libro ‘Da qui non se ne va nessuno’ (Baldini+Castoldi), in cui racconta la famiglia e suo padre partigiano, originario della zona. Lerner ha scritto l’introduzione di questo volume. Oltre ai rappresentanti dell’Anpi, sarà presente anche Carlo Feltrinelli, che ha casa a Villadeati. Tornerà nel paese, dopo tanti anni, Gustavo Ottolenghi che qui, a soli undici anni, entrò nella Resistenza. La sua storia è tra le testimonianze raccolte nel libro ‘Noi partigiani’ come spiega Gad Lerner.
Come entrò un undicenne nella Resistenza?
Si era rifugiato con i suoi genitori a Murisengo. Suo padre, di religione ebraica, era il vicecomandante della polizia municipale di Torino, cacciato dal posto di lavoro con le leggi razziali. Dopo l’8 settembre 1943 la situazione si era fatta pericolosa, incominciavano le deportazioni. Così scapparono in questa zona. Poiché anche qui sentivano la minaccia avvicinarsi, si divisero. Il padre tornò a Torino, dove militò nel Cln, la madre fu affidata a una brigata partigiana a Zanco e Gustavo a un’altra della Divisione Monferrato con sede a Cocconato: lo hanno dotato anche di un’arma e ha fatto la vedetta e la staffetta. I tre si danno appuntamento per rivedersi dopo la guerra in piazza Castello sotto il monumento del duca d’Aosta. Gustavo partecipa alla battaglia per la liberazione di Torino: non prende parte alle feste ma resta ad aspettare davanti alla statua per tre giorni fino a quando non arrivano prima suo padre e poi sua madre. Ancora adesso si emoziona e piange, quando racconta questa storia.
Lei ha scritto anche l’introduzione del libro di Alba Parietti.
Alba racconta di suo padre Francesco, originario di Tonco, che è stato partigiano. Per lei è un ritorno nel paese in cui andava da bambina.
Come nasce ‘Noi partigiani’?
Fa parte di un lavoro che abbiamo impostato con l’Anpi, infatti ha la prefazione della presidente nazionale Nespolo. Con Laura Gnocchi, coordinatrice di questo progetto, abbiamo avviato un lavoro che coinvolge molti giornalisti, volontari e videomaker: raccogliamo tutte le testimonianze filmate dei partigiani viventi. Sono circa 450 quelle prese fino ad ora e stiamo proseguendo.
Come sono questi incontri?
Sono tutti molto emozionati e in diversi casi emergono storie inedite, anche testimonianze su episodi controversi. Il risultato è un’immagine corale e inedita della Resistenza, a lungo raffigurata solo con la figura del partigiano combattente. Emerge lo spettro di un movimento civile, anche disarmato, con il ruolo delle donne che è stato a lungo sottovalutato. Invece qui parlano in tante.
Oltre ad Ottolenghi, ci sono anche altri partigiani della provincia.
Per esempio Pasquale Cinefra, testimone oculare arrivato il giorno dopo sul luogo dell’eccidio della Benedicta.
Un lavoro gigantesco.
È un lavoro di allestimento di un memoriale della resistenza italiana con anche una sua versione digitale che sarà accessibile a tutti i cittadini.
Il libro ha solo cinquanta testimonianze.
Abbiamo scelto di stampare per scritto cinquanta testimonianze, in appendice ci sono i nomi dei primi 420 intervistati. A questi ora si dovrebbero aggiungere circa altre trenta testimonianze.
Come è stata la risposta del pubblico?
Siamo già arrivati alla sesta ristampa e siamo molto contenti. Il volume ha avuto un grande successo e ha avuto una diffusione superiore alle nostre aspettative.