“I contagi oscillano, ma i numeri non sono paragonabili al picco”
Bianchi (Upo): "I casi erano ben 500 tra marzo e aprile"
ALESSANDRIA – Sei province con zero casi e solo 1.100 tamponi ieri e 2mila domenica, a fronte di una media di 3.500: l’effetto weekend torna a farsi sentire sui rilevamenti dei contagi in Piemonte ma, come evidenzia il professor Carluccio Bianchi dell’Upo, «i casi nello spazio di sette giorni, ovvero un arco temporale affidabile, sono scesi da 91 a 75, che riporta l’indice Rt sotto l’1, pari allo 0,8».
La stabilizzazione
Secondo il docente di Macroeconomia che fin dall’inizio dell’emergenza sta studiando i numeri della pandemia, «è tuttavia utile anche adottare una prospettiva di più lungo periodo e confrontare i dati settimanali attuali con quelli storici. Stiamo sostanzialmente assistendo nelle ultime tre settimane a una stabilizzazione degli episodi, con valori che in Piemonte si aggirano intorno agli 80-90 casi e ad Alessandria ai 10-12. Poi, attorno a questi valori centrali, ci può essere qualche oscillazione».
Che fa sempre discutere, aumentando i timori: «Giovedì scorso – conferma Bianchi – i positivi erano in crescita, mentre oggi sono in diminuzione. Alessandria resta in lieve rialzo, passando da 7 a 11: questi numeri, però, sono assolutamente bassi e incomparabili con quelli sperimentati nella fase più critica della pandemia. Basta guardare il grafico che riporta i nuovi casi settimanali e i decessi in provincia per tutte le settimane che terminano di domenica a partire da marzo».
«Numeri imparagonabili»
Cosa si evince? «I nuovi casi sono sulla scala di sinistra e i decessi su quella di destra, che è di ampiezza pari alla metà di quella di sinistra per rendere più evidente la dinamica dei decessi. Come si può notare, i numeri delle ultime tre settimane, attorno a 6 o 12 (quindi 1-2 al giorno), non possono essere equiparati ai 500 di marzo-aprile, ma neppure ai 70 della seconda metà di maggio. Allo stesso modo, i decessi attuali sono 1 o 2 a settimana, contro il picco di 110-130 di aprile e i 15-20 della seconda metà di maggio».
Resta però il consiglio di usare cautela… «Occorre continuare ad averla – conferma Bianchi – onde evitare di accendere nuovi focolai come accaduto in altre regioni d’Italia. Ma nel complesso la situazione è assai soddisfacente e le variazioni settimanali che commentiamo vanno inquadrate nel percorso di discesa che abbiamo sperimentato. Nella speranza che l’autunno non ci sia nemico…».