A26 e provinciale del Turchino: verso Genova un’altra giornata “campale”
Ennesima mattinata di passione per chi deve raggiungere la Liguria
OVADA – AGGIORNAMENTO 4 LUGLIO, ORE 7 – E’ il giorno della grande manifestazione. Alle 9.00 di fronte al casello di Masone, divenuto simbolo delle situazione in A26, un’intera area tra Valle Stura e basso Piemonte si ritroverà per far sentire forte la sua voce e chiedere una soluzione alla crisi della mobilità della ultime settimane. Nel frattempo non ci sono buone notizie per chi si sposta. Per il terzo sabato consecutivo, alle 7.00, l’autostrada è già bloccata, in direzione sud all’altezza di Tagliolo, prima del casello di Ovada. Tutto lascia presagire un nuovo week end di code e disagi.
L’ennesima mattinata di passione per chi viaggia in direzione sud, verso Genova e la vicina Liguria, è iniziata presto – come facilmente prevedibile -, visto che la scorsa notte è rimasta chiusa sia l’A26 (a causa delle ispezioni all’interno delle gallerie) sia la strada provinciale 456 “del Turchino” (in località “Gnocchetto”, per allerta gialla meteorologica). E così, già da qualche ora, il traffico risulta completamente congestionato all’altezza del casello di Masone (chiuso fino a martedì prossimo per una frana che “minaccia” la rampa di accesso alle due carreggiate, ndr) in entrambe le direttive.
Questo perché, oltre alla riapertura della “Genova-Gravellona Toce”, la Provincia di Alessandria – che aveva disposto lo stop alla vetture fino alle ore 20 – ha deciso di consentire il passaggio dei mezzi sulla SP 456 fino alle ore 13 di oggi quando, stando alle previsioni, dovrebbero iniziare le precipitazioni meteorologiche. Ma, anche se da circa un’ora è nuovamente attivo il tratto dell’A10 compreso tra l’allacciamento con la A26 e Arenzano in direzione di Savona, sulla “Genova-Gravellona Toce” si registrano circa 12 chilometri di coda in direzione del capoluogo ligure tra Masone e l’allacciamento con l’A10.
Stesso discorso sulla provinciale che, in parte, costeggia l’autostrada. Sono diversi, infatti, i mezzi (anche pesanti) incolonnati da ore e, di questi, non sono pochi quelli che hanno effettuato l’inversione di marcia alla ricerca di passaggi alternativi o semplicemente per tornare a casa.