La movida e il contagio: tra voglia di ripartire e prudenza
Nell’ultima settimana all’ospedale ‘Galliano’ ci sono state quattro decessi che impensieriscono
ACQUI TERME – Sabato pomeriggio, è quasi l’ora dell’aperitivo e l’isola pedonale di Acqui Terme comincia a riempirsi di gente a passeggio. Ad eccezione di qualche mascherina qua e là, l’emergenza Covid-19 pare essere un lontano ricordo, un pericolo fortunatamente scampato. Lo si percepisce dagli affettuosi baci e abbracci all’italiana delle famiglie di conoscenti che si incontrano durante la ‘vasca’ di corso Italia, delle compagnie di giovani in attesa che si liberi un tavolino del bar per la liturgia dell’aperitivo e dai bambini rumorosi e felici che giocano nei parchi cittadini. Sotto l’edicola della bollente, tappa immancabile della passeggiata acquese, c’è chi gioca al pallone, driblando quelli in fila per bagnarsi le dita mentre coppie appassionate si fanno selfie amorosi e gruppi di amici si scattano foto in pose accalcate. Quando poi cala la notte la movida toglie qualsiasi inibizione e il distanziamento sociale non sembra più un postulato e le mascherine (per quelli che ne sono dotati) coprono in modo fantasioso tanti parti del corpo, a mo’ di scaldacollo, gomitiera o unicorno per chi si sente spiritoso.
Covid sconfitto? «Assolutamente no – risponde preoccupato il Presidente della Protezione Civile Lorenzo Torielli – Diciamo che momentaneamente grazie all’isolamento e il distanziamento lo abbiamo messo sotto lo zerbino. Basta una folata e rientrerà dentro le nostre case».
I numeri del contagio però sono rassicuranti: 7 i nuovi positivi, 54 quelli in quarantena. «Il dato importante è che la maggior parte dei soggetti monitorati sono asintomatici – continua l’intervistato – Persone individuate grazie ai test sierologici effettuati dalle aziende e dai tamponi richiesti dal medico competente». La situazione pare la seguente: tanti positivi asintomatici sono in giro, alcuni di questi sono intercettati dai controlli discrezionali a tappeto e arginati. Altri, non essendo stata pianificata alcuna campagna sierologica, sarebbero liberi di circolare e contagiare.
«Vediamo quello che sta succedendo in giro – ha aggiunto Torielli – ma la Protezione civile non si occupa di controlli, solo di assistenza a chi è in quarantena e di formazione. Durante un incontro con gli insegnanti mi è stata giustamente sollevata l’obiezione: «Un docente come fa costringere i ragazzi ad indossare le mascherine e rispettare le distanze in aula, quando fuori nessuno si premura di vigilare sulle condotte anticontagio?».
La statistica dei decessi in città parla chiaro: dall’inizio dell’anno i morti ad Acqui Terme sono stati 371 contro i 276 dell’anno scorso. E poi nell’ultima settimana all’ospedale ‘Galliano’ ci sono state quattro morti (un acquese e tre ‘forestieri) che impensieriscono.
I medici che hanno accertato la morte hanno annotato quale patologia fatale ‘interstiziopatia polmonare’, ‘broncopolmonite’, ‘polmonite basale’, ‘broncopneumopatia’, malattie che qualche mese fa avrebbero fatto immediatamente pensare ad un collegamento con il coronavirus.
Abbiamo provato più volte a contattare, senza esito, i vertici dell’ospedale ‘Monsignor Galliano’. Speravamo di avere lumi (e rassicurazioni, perché no) su queste morti ‘sospette’ atteso che ormai da settimane il nosocomio è considerato un presidio Covid-free e la presenza di contagiati o di forme nuove di epidemia (le ‘Covid-like’ di cui il Galliano pare abbia ospitato un paziente) inviterebbe ad una riflessione generale sulla situazione successiva al lockdown e sul fatto che serva grande attenzione.