Quel viola che tanto piace (e porta quattrini)
Stamani, in via Vecchia dei Bagliani, la macchia viola svanirà e quel che sopravviverà al taglio sarà solo un ricordo dello spettacolo per gli occhi.
Rimarranno le foto scattate da Elena Prati, figlia di Mariacarla Goggi, la titolare della Cascina della Nonna, che ha sede nell’antica Cascina Ospedale, non lontano dal Tanaro, immediata periferia di Alessandria.
Mamme con bambini, coppie di fidanzati e appassionati assortiti sanno di poter trovare qui un set naturale per immagini che non hanno bisogno di scenografia. Elena scatta. Il viola tendente al blu (o viceversa?) domina la scena. Il resto sono sorrisi.
Paolo Bernardotti, marito di Elena, preferisce le panoramiche col drone. Cambia la prospettiva non l’emozione.
È la stessa provata dalle cento, mille e più persone che, in questi giorni, si fanno immortalare con lo sfondo floreale o accucciate tra cespugli profumati.
«Il Monferrato come la Provenza»
«Il Monferrato come la Provenza» si legge su alcuni siti. L’esagerazione è giustificata dalla moda degli ultimi tempi, con la lavanda a far capolino tra i vigneti, o ad alternarsi alle distese di grano, come succede a Viguzzolo dove, nel weekend, si può assistere a un pellegrinaggio laico, anche se il campo violaceo non è esattamente una distesa infinita. «A Godiasco c’è di meglio» ci assicurano, dirottandoci poco più in là, nel Pavese.
Panchine giganti
Nella nostra provincia, dalla Val Bormida a Giarole a Castelletto d’Erro, gli sfondi per fotografi e pittori sono ormai una caratteristica, esaltata quest’anno dal cosiddetto “turismo di prossimità”, esigenza figlia del Covid. Non tutto il male viene per nuocere.
Potrebbero dirlo anche a Lu e Cuccaro, due paesi in un unico comune che, lo scorso weekend, hanno subito una piacevole invasione, complici le nuove “panchine giganti” sistemate in punti panoramici. L’idea dei ragazzi di “Beach in Lu”, che hanno destinato al progetto il ricavato di un torneo di beach volley e poi coinvolto commercianti della zona, è stata vincente. La panchina di Cuccaro è in cima a un campo di lavanda. C’è pure chi, di viola vestito, s’è messo in posa per uno shooting, buono per collezionare “like” su Facebook.
L’azienda agricola
«Chi l’avrebbe mai detto?» si chiede la luese Silvia Ponzano, del gruppo che ha insistito per ottenere le panchine. Lo ringraziano baristi, cantinieri e ristoratori della zona. Perché va da sé che lo spettacolo è gratuito, ma fame e sete prescindono dallo scenario.
Dunque, la lavanda porta guadagno. Anche se, stando a chi la coltiva, non è esattamente così. «Il prodotto biologico – dice Mariacarla Goggi – impone lavoro manuale. E togliere l’erba è dispendioso».
Oggi, sui suoi campi, sarà raccolta la “officinalis”, ovvero la lavanda di maggior pregio, ingrediente base per oli essenziali, prodotti omeopatici e farmaceutici.
Il procedimento ha ritmi precisi che non prevedono l’improvvisazione. «Verranno gli esperti di Agronatura di Spigno Monferrato, dove conferiamo il prodotto, immediatamente destinato all’alambicco». Dall’argine del Tanaro, però, un po’ di viola si potrà ancora apprezzare perché, se la “officinalis” è destinata al taglio, la “lavandino”, che non c’entra nulla con l’idraulica, resta in campo fino a metà luglio. Come nome lascia intuire, è di minor valore. Però si addice al settore della cosmesi.
E, comunque, in fin dei conti, pregiata o no, ci sarà sempre chi, tra la lavanda, vorrà farsi almeno un selfie.