L’addio a Serse Coppi 69 anni fa
Il fratello minore di Fausto morto dopo una caduta al Giro del Piemonte
CASTELLANIA – Serse era il fratello scherzoso, era l’anima allegra di Fausto Coppi. Molto più di un gregario. Serse era il prolungamento del Campionissimo, il confessore, la persona che più di tutte lo capiva anche senza parlare.
Oggi è il 69° anniversario della morte: il 29 giugno 1951 si corre il Giro del Piemonte, al seguito anche il ct Alfredo Binda, che deve definire la squadra per il Tour. Vince Bartali, ma il dramma si consuma in gruppo: all’ingresso a Torino, a pochi metri dal Motovelodromo Serse tocca involontariamente la ruota di un corridore che lo precede e sbanda. Va a finire nelle rotaie, è sbalzato di sella, cade e sbatte il capo contro il marciapiede. Si rialza, vuole concludere la gara, firma il foglio di arrivo e, apparentemente, sembra solo un po’ stordito.
In albergo, fa un bagno caldo, ma i dolori alla testa aumentano. Interviene un medico, Serse va in coma. “Irreversibile“, lo comunica il professor Dogliotti a Fausto. Muore dopo poche ore, a soli 28 anni. L’airone non vuole più correre. Poi al Tour va e tocca a Sandrino Carrea portare sulla maglia il numero che sarebbe toccato al più piccolo dei Coppi. Che ora riposa nel mausoleo, a Castellania, accanto al fratello. Ieri, a LaMitica che ognuno ha pedalato da solo o in gruppetto di amici, tutti hanno riservato un pensiero anche per lui, Serse Coppi.