Odalengo Grande, dopo 7 anni l’intitolazione per Rita Atria riaccende lo scontro
La diciassettenne testimone di mafia si suicidò nel 1992
ODALENGO GRANDE – È dalla fine del 2013 che ad Odalengo Grande si parla dell’intitolazione di un luogo pubblico alla memoria di Rita Atria, diciassettenne testimone di fatti di mafia (non pentita, la giovane non aveva mai commesso reati) morta suicida a pochi giorni dall’attentato a Paolo Borsellino nel luglio 1992 poichè sentitasi abbandonata dalle istituzioni.
La proposta fu avanzata dall’allora consigliere comunale ed ex candidato sindaco Andrea Zanello attraverso una mozione, approvata in consiglio comunale. Il proponente tuttavia, a quasi 7 anni di distanza, lamenta come l’intitolazione non sia ancora avvenuta: «In Italia solo l’8% delle vie e delle piazze è intitolata a donne, se si fosse trattato di un uomo scommetto che tutto sarebbe già avvenuto». Zanello critica anche del cambio di rotta dell’Amministrazione del sindaco Fabio Olivero (ora al secondo mandato ma già in carica nel 2013): «La mozione parlava di intitolarle la Sala Consiliare mentre ora vuole dedicarle un parco vicino al cimitero che, tuttavia, non è ancora finito».
Olivero chiarisce sulla critica che reputa, ormai a poco tempo dall’inaugurazione, strumentale: «Per me sarebbe stato decisamente più semplice apporre una targa in sala consiliare ma ho ritenuto di dedicare a Rita Atria un luogo più significativo. Ecco che attraverso il bando Gal del 2019, che riguarda interventi in 4 comuni lungo il percorso escursionistico di 100 km “Il Monferrato dei Castelli Bruciati” prevede a Odalengo Grande la creazione di un’area di servizio con area pic nic e mountain bike. I lavori (iniziati nei mesi scorsi ma interrotti dal Covid) sono quasi finiti, ci sono già panchine e porta-bici, mancano qualche albero, la cartellonistica e il percorso-salute. In un mese o due di lavoro però tutto sarà terminato».