Cabella: “Variante, cercheremo l’accordo con Pernigotti”
Il sindaco non esclude l'appello al Consiglio di Stato, "ma un accordo garantirebbe l'interesse dei lavoratori e della città"
NOVI LIGURE — Il Comune di Novi Ligure andrà alla ricerca di un accordo con Pernigotti, per evitare di trascinare ancora nelle aule giudiziarie la vicenda della variante urbanistica relativa allo stabilimento. In primo grado, di fronte al Tribunale amministrativo di Torino, a vincere è stata l’azienda dolciaria novese. Ora il Comune ha la possibilità di ricorrere al Consiglio di Stato, ma la decisione non è ancora stata presa.
«L’impugnazione al Consiglio di Stato della sentenza di primo grado è un’eventualità che la maggioranza non ha scartato – ha detto il sindaco Gian Paolo Cabella – Abbiamo anzi chiesto al nostro legale di esaminare quali chance di successo vi siano in concreto».
Per il primo cittadino, invece, va respinta l’ipotesi ventilata dalla minoranza (dare seguito a un nuovo provvedimento, che costituisca la “riedizione” del precedente). L’idea è stata esclusa su indicazione degli avvocati. «Si tratterebbe di un’inammissibile elusione della sentenza del Tar Piemonte, che non si addice ai doveri di correttezza e buona fede dell’amministrazione. Le sentenze che non si condividono si impugnano, ma non si aggirano», ha detto il sindaco.
Visti i tempi lunghi di un appello al Consiglio di Stato, il Comune ritiene «indispensabile riaprire quanto prima un confronto con la Pernigotti» perché anche dopo l’accoglimento del ricorso «il destino dell’area dello stabilimento Pernigotti non può prescindere da un accordo con l’amministrazione». L’amministrazione intende fare leva su questa circostanza per convincere la Pernigotti a firmare un’intesa. «Siamo convinti che un accordo fra le parti rappresenterebbe il miglior modo per garantire l’interesse dei lavoratori e della città», ha detto il sindaco Gian Paolo Cabella.
Durante il mandato del predecessore Rocchino Muliere, il consiglio comunale aveva approvato una variante urbanistica che impediva speculazioni sullo stabilimento della Pernigotti, subordinando eventuali interventi edilizi al trasferimento della produzione esclusivamente all’interno del territorio di Novi. L’obiettivo, dichiarato, era la salvaguardia dei posti di lavoro. Secondo i giudici torinesi, però, il Comune è andato oltre i propri poteri: «I provvedimenti urbanistici non possono essere utilizzati per perseguire fini diversi, ancorché meritevoli, come la tutela dell’occupazione», hanno scritto i magistrati nelle motivazioni della sentenza.