Fase 2: l’incubo dei pendolari acquesi
Le testimonianze di Manuela Delorenzi, sindaca di Visone, e di Massmo, pendolare da Nizza per Alessandria
ACQUI TERME – L’inizio della Fase 2 ha riportato molti sul posto di lavoro. Per gli esclusi dal beneficio dello smart working, il viaggio sui mezzi è tornato ad esser il primo ostacolo da affrontare per ‘guadagnarsi la pagnotta’, il più duro. Abbiamo intervistato diversi viaggiatori dell’Acquese. In primis gli spostamenti ferroviari. «Prima di essere sindaco di Visone, sono una pendolare – spiega Manuela Delorenzi – Dal 1991 viaggio verso Genova e mi batto per servizi decenti». Dal 2016 è infatti esponente del Comitato Pendolari e segue le vicende della tratta verso la Liguria. Dall’anno scorso ai soliti ritardi/soppressioni, mezzi vetusti e razionalizzazioni (rectius tagli), i pendolari hanno dovuto scontare anche gli effetti dell’alluvione ed in ultimo la pandemia. Ci racconta un viaggio tipo della Fase 2. «Partendo da una stazione non presidiata, non vengo sottoposta ad alcun rilevamento della temperatura ma mi limito a trovare posto secondo distanziamento (su Jazz e Vivalto, gli spazi sono limitati) – spiega – I mezzi sono più puliti, peccato che siano sempre di meno». Infatti i treni per e da Genova (per 60 km, si impiega un’ora e mezza!) dovrebbero essere 13 coppie; oggi sono in 9 e dal 24 luglio, 7. «Non è certo il cadenzato orario di cui avremmo bisogno – continua – E poi ci sarà una chiusura estiva per lavori su una frana a Visone (su cui vigileremo) e quindi i treni di fermeranno a Prasco».
A seguire gli spostamenti via bus. Autostradale (ex Arfea) in occasione dell’emergenza ha tagliato numerose corse. «Nei primi giorni della Fase 2 c’è stata tanta confusione – racconta Massimo, pendolare diretto ad Alessandria a volte da Nizza a volte da Acqui – Nelle stazioni ed alle fermate erano assenti i nuovi orari e quindi in molti sono rimasti sotto la paletta ad aspettare per ore un pullman che non arrivata». Invero gli orari dell’emergenza sono stati pubblicati sul sito istituzionale di Autostradale; in giro però, nelle bacheche o sui pali, albergano ancora quelli vecchi. «Sono state sacrificate corse mediamente frequentate – continua – E l’offerta ha subìto tagli importanti con ‘buchi’ di diverse ore; il tutto ha aggravato la condizione di isolamento di molti paesini già funestati dalle strade interrotte. Qualche esempio? Sono solo 5 coppie di corse Alessandria – Acqui (via Cassine) e 5 le corse totali da e per Valli Erro. Col distanziamento-razionalizzazione dei posti a sedere, le corse dovrebbero aumentare, non diminuire».