L’Asl riparte, 20 posti Covid a Casale
Reparti da sanificare. "Niente sarà soppresso". In futuro più importanza alla territorialità
ALESSANDRIA – Entro fine giugno, tutte le strutture dell’Asl, non solo gli ospedali ma anche gli ambulatori, saranno sanificate e ripartiranno a pieno regime. Lo ha assicurato il (nuovo) direttore Federico Nardi, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il commissario per il coordinamento dell’attività distrettuale, Gabriele Ghigo, e il direttore del distretto Novi-Tortona (e Casale, ad interim), Orazio Barresi. Dunque, scongiurati i rischi per Ovada che temeva la chiusura del pronto soccorso.
L’occasione è stata propizia per raccontare una sorta di Fase 2, quella che si concluderà con la ripresa delle attività. “Non usiamo la scusa del Covid per chiudere reparti o ambulatori – ha spiegato Nardi – Anzi, l’esperienza recente ci deve servire per migliorare. Sarebbe un ulteriore dramma se non avessimo imparato nulla“.
Tra le notizie, la destinazione di 20 postazioni riservate a pazienti Covid nell’ospedale di Casale: saranno le uniche in tutta l’Asl, anche se si sta ragionando con la Regione per implementare posti di terapia intensiva e semi intensiva qualora si presentasse una nuova emergenza in autunno (“che non ci sentiamo di escludere”). Al momento, in tutta l’Asl, i ricoverati per Sars Cov2 sono una trentina.
Durante l’incontro odierno, Nardi e Ghigo hanno anche spiegato che in ogni struttura (dagli ospedali agli ambulatori) saranno rispettate regole precise per il distanziamento e che, ad esempio per i prelievi, non si potrà accedere senza prenotazione. Agli ingressi, volontari e non solo faranno da filtro, rileveranno la temperatura e sottoporranno agli utenti un questionario per conoscere il “quadro clinico”. I pazienti non potranno essere accompagnati, se non per effettive necessità.
Venerdì scorso, la sanificazione ha interessato Tortona, venerdì prossimo toccherà a Novi. Si tratta di operazioni complesse, che richiedono tempo, motivo per cui solo a fine giugno si potrà procedere a regime.
Nardi, Ghigo e Barresi si sono poi soffermati sulla necessità di mantenere collegati gli ospedali con il territorio, dando importanza ai medici di famiglia che dovranno fungere da filtro per evitare che si intasi il pronto soccorso. Il direttore ha ammesso anche errori del recente passato: “Non c’è stata negligenza, semplicemente ci si è trovati ad andare in guerra senza essere pronti”; un conflitto durante il quale anche gli operatori sanitari hanno pagato un caro prezzo. E alcuni di loro sono ancora fuori uso per avere contratto il virus. Significativa la conclusione: “Quando si effettuano tagli alla sanità, prima o poi il paziente ti presenta il conto. E allora sì che aumentano i costi”. Ecco perché di quel che ci ha detto questa pandemia bisogna fare tesoro.