Gli studenti incontrano le vittime di tratta e diventano ‘peer educator’
ALESSANDRIA – Un documentario che raccoglie le testimonianze di alcune ragazze nigeriane ex vittime di tratta costrette a prostituirsi una volta giunte in Italia; un percorso formativo che ha coinvolto quindici studenti di età compresa tra i 17 e i 26 anni che hanno avuto l’opportunità di incontrare le protagoniste di quei racconti. Due progetti differenti ma paralleli realizzati dall’associazione Cultura e Sviluppo con i fondi del bando ‘Frame, Voice, Report’, finanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Piemonte nell’ambito dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
«Questa esperienza ha permesso ai ragazzi di diventare dei ‘peer educators’ – spiega Marco Madonia, responsabile del progetto per ‘Cultura e Sviluppo’ – e di sensibilizzare altri coetanei sui temi legati alle migrazioni forzate e alla tratta di esseri umani». Il documento video ‘Afraid of destiny’ – disponibile sulla pagina web culturaesviluppo.it – è stato realizzato dai reporter del ‘Collettivo X’ di Torino (Mauro Donato, Max Ferrero, Stefano Stranges e Paolo Siccardi) che hanno dato voce alle testimonianze di Fabio Scaltritti, responsabile della Comunità di San Benedetto al Porto, e di Princess Okokon, mediatrice culturale dell’associazione Piam Onlus di Asti, «due realtà da sempre al fianco delle ragazze vittime di tratta alle quali la nostra associazione ha chiesto di prendere parte al progetto».
Prima del lockdown epidemico, i ragazzi degli istituti superiori ‘Saluzzo-Plana’, ‘Vinci-Nervi-Fermi-Migliara’ e ‘G. Galilei’ insieme ad alcuni studenti universitari hanno incontrato Destiny, Gladys, Precious e Vivien, le protagoniste delle drammatiche storie raccontate nel documentario, «Gli studenti – racconta Madonia – hanno potuto in qualche modo rivivere in prima persona le loro esperienze partecipando ad una sorta di gioco di ruolo in cui si segue il percorso migratorio delle vittime di tratta attraverso una serie di “tappe” e di decisioni da prendere». Negli ultimi due mesi i ragazzi hanno poi trasferito le attività di incontro sul web e nelle prossime settimane faranno opera di sensibilizzazione per decine e decine di coetanei.