Solo 11 ricoverati, “ma non abbassate la guardia”
Al San Giacomo rimangono comunque 91 posti dedicati a eventuali pazienti Covid. L'appello di Cabella: "Non vanificate gli sforzi"
NOVI LIGURE — La riapertura dell’ingresso di via Raggio è il segnale che la situazione all’ospedale di Novi Ligure sta tornando alla normalità. Lo storico portone del nosocomio era rimasto chiuso dal 4 marzo, quando vennero registrati i primi casi di coronavirus nei reparti e a “sigillare” il San Giacomo arrivarono le forze dell’ordine.
Oggi al San Giacomo sono ricoverati solo 11 pazienti sospetti Covid (perché in attesa dell’esito del test), tutti in posti letto di media intensità: nel periodo peggiore dell’epidemia, all’inizio di aprile, i ricoverati erano 119 ed erano quasi arrivati a saturare tutti i posti disponibili (131). Che però in ospedale non abbassino la guardia lo dimostrano altri numeri: oltre agli 11 occupati, sono presenti altri 80 posti letto per l’eventuale arrivo di nuovi pazienti Covid.
L’ingresso in ospedale ora avviene esclusivamente dal portone principale di via Raggio, dove si viene sottoposti alla misurazione della temperatura e a un breve controllo (l’uscita è dall’ex Pronto soccorso). Obbligatorio indossare la mascherina e rispettare le distanze (sul pavimento sono stati posizionati marker gialli a indicare dove attendere il proprio turno quando ci si trova in fila). Tranne che in caso di stretta necessità, chi accede all’ospedale deve farlo senza accompagnatori. Per le visite programmate e gli esami diagnostici i pazienti vengono contattati telefonicamente per la compilazione di un questionario rivolto ad accertare il loro stato di salute nei 14 giorni precedenti. Insomma, l’obiettivo è mantenere l’ospedale il più possibile “pulito”.
Attualmente a Novi Ligure gli abitanti positivi al coronavirus sono 20. Dall’inizio dell’epidemia, all’ufficio dello Stato civile di Novi (competente anche per i decessi avvenuti in ospedale) sono stati registrati 129 decessi per Covid; 27 dei morti erano residenti in città. Il sindaco Gian Paolo Cabella invita comunque alla prudenza: «Stiamo forse uscendo dal pericolo, ma basta pochissimo per farci ritornare ai bui momenti dell’emergenza. Portate pazienza ancora, siate prudenti e non rovinate tutto il lavoro che i sanitari impegnati nella lotta hanno compiuto per combattere il nemico invisibile di questi mesi».