I Consigli di Partecipazione? «Comitati di propaganda per Riboldi»
Il Partito Democratico attacca la scelta dell'Amministrazione
CASALE – Entro il 30 giugno (informazioni sul sito del Comune) è possibile presentare la domanda di candidatura per essere nominati nei Consigli di Partecipazione della città di Casale Monferrato. Si tratta di uno strumento, approvato a febbraio dal Consiglio Comunale, che, nell’intenzione della Giunta Riboldi, sostituirà i Consigli di Circoscrizione (che a Casale mancano da oltre 10 anni). La partecipazione è volontaria e gratuita. Per far parte dei Consigli di Circoscrizione occorre essere iscritti nelle liste elettorali del Comune di Casale Monferrato ed essere residenti nel quartiere di riferimento.
In aula mesi fa si era registrata la contrarietà del Gruppo Consiliare del Partito Democratico e, fuori dal parlamentino, anche del Coordinamento di Casale Cuore del Monferrato.
Sul tema tornano gli esponenti casalesi del Pd. I Dem tornano a definire lo strumento «Consigli di Non partecipazione della Giunta Riboldi – organismi che più che consigli di partecipazione sarebbero – comitati di propaganda, nominati dall’Amministrazione, che si svolgeranno a porte chiuse».
Uno strumento al quale i consiglieri e i componenti del circolo casalese non aderiranno.
«Altro che partecipazione! Nella seduta del Consiglio Comunale di lunedì 3 febbraio avevamo assistito a una triste pagina democratica che aveva visto protagonista il Sindaco con la sua maggioranza. I cosiddetti “consigli di partecipazione”, per i quali, in questi giorni, è stato pubblicato sul sito del Comune il bando, sono costituiti per essere uno strumento di consenso, una snaturata opportunità democratica, al quale non aderiremo. Infatti, nel regolamento proposto dall’Amministrazione e votato dalla sola maggioranza non vi è traccia di partecipazione. I membri sono nominati dall’Amministrazione, le sedute sono a porte chiuse, il numero dei componenti è di quattro per i quartieri inferiori a 5000 abitanti e di sei per i quartieri con più di 5000 abitanti. Su quattro consiglieri, tre sono nominati dalla maggioranza. Nel caso di sei consiglieri, sono quattro quelli nominati sempre dalla maggioranza. Come se non bastasse parteciperanno a questi organismi un coordinatore nominato dal Sindaco tra i consiglieri comunali, più il Sindaco stesso che potrà anche convocare ogni qualvolta lo riterrà una riunione senza una preliminare condivisione».
L’accusa è netta: «Un prolungamento snello a tutti gli effetti della Giunta, dove è chiara la forte impronta verticale, dall’alto verso il basso. La partecipazione è tutta un’altra cosa. Parte dal basso, è impegnativa, non viene nominata, è democratica ed elettiva, comporta la volontà di far veramente partecipare i cittadini ed essere pronti ad ascoltare anche le richieste e le proposte che non fanno comodo. Siamo intervenuti, in più occasioni nelle Commissioni e in Consiglio comunale, proponendo una serie di emendamenti, chiedendo che venisse rivista la modalità di composizione di questi cosiddetti “Consigli di Partecipazione”, prevedendo che i membri venissero scelti attraverso libere elezioni. Abbiamo dato disponibilità a discutere insieme alcune alternative forme elettive e partecipative, prendendo esempio anche da altre città. Ma non c’è stata nessuna apertura da parte del Sindaco e tanto meno dalla maggioranza che lo sostiene. Abbiamo cercato di allargare il numero dei componenti di questi consigli di quartiere, in modo da poter dare una ragionevole possibilità di partecipazione alle minoranze e ai cittadini. Anche su questa richiesta c’è stata totale chiusura da parte della maggioranza.
Abbiamo richiesto che si potesse discutere nell’ambito di questi Consigli delle tematiche di bilancio, dando la possibilità ai cittadini di esprimere delle considerazioni e dei pareri consultivi. Evidenziando che dove esistono i consigli di partecipazione, la tematica della discussione sul bilancio è presente e centrale. L’Amministrazione ha bocciato anche questa proposta. Abbiamo chiesto che le sedute potessero essere aperte, perché la pubblicità dei lavori e la trasparenza sono parte stessa della democrazia. L’Amministrazione non ha accettato. Abbiamo proposto che potessero essere i Consigli a invitare quando ritenessero il Sindaco. E non il contrario. L’Amministrazione non ha accettato. In tutti gli emendamenti che abbiamo presentato e che hanno visto la convergenza da parte degli altri gruppi di minoranza, la chiusura della maggioranza è stata ferma e totale. In conclusione, non possiamo che esprimere profondo rammarico per la creazione da parte dell’Amministrazione di questo strumento di propaganda, che di partecipazione ha ben poco, se non nulla. Quindi, prendiamo una posizione chiara di dissenso e di astensione: non aderiremo a questo strumento di consenso».