«Il mio cane-guida è un animale straordinario». Massimo Oddone: «Metieus è con me da dieci anni. Ed è il quarto»
«È un rapporto speciale, quello che ci lega. Sviluppato fin dal primo giorno che ci siamo visto, ormai dieci anni fa»: Massimo Oddone parla con affetto del suo Metieus, un labrador cane-guida di 11 anni.
«È il quarto animale che, in oltre trent’anni, ho al mio fianco – racconta l’ex campione italiano di tiro con l’arco per non vedenti – Senz’altro, all’inizio, anche per me è stato un rapporto da scoprire: con lui, sono al mio quarto cane-guida e se le cose non fossero andate bene fin da subito, sarebbe stata dura andare avanti».
Così non è stato, evidentemente… «Le sensazioni che ho sempre avuto, e che questi animali hanno saputo regalarmi, sono state quelle di una grande affidabilità e sicurezza nei movimenti. È grazie a loro se sono riuscito ad essere autonomo nella mia vita quotidiana, ritrovando un pizzico di normalità».
Questi cani sono abituati ad affrontare qualsiasi tipo di situazione, anche d’emergenza? «Sono addestrati per far fronte alle evenienze che possono capitare. Spesso, ormai, trovano una soluzione senza che neppure io dia il comando. Chiaramente, quando siamo in giro tocca comunque a me mantenere l’orientamento e fargli capire quale direzione prendere e dove voglio andare, ma posso dire che, in base alle scarpe che scelgo di mettere, Metieus sa già cosa voglio fare…».
Come viene affidato un cane-guida? «Il mio proviene, come già gli altri dalla scuola dei Lions di Milano: l’addestramento comincia intorno all’anno di età, perché prima qualsiasi cosa viene presa come un gioco. Dopo lo svezzamento, così, fino agli undici/dodici mesi questi esemplari vengono dati in affido a famiglie che insegnano loro a comportarsi in abitazione, a non sporcare, a stare con la gente. Quindi, passa in carico alla scuola d’addestramento che si trova a Limbiate, per un lavoro che dura circa sei mesi».
Quanto sono difficili le prime settimane? «Quando un esemplare ti viene assegnato – risponde Oddone – è importante cercare l’affiatamento: è infatti bene sapere che non sono io a scegliere il cane-guida, ma è l’addestratore stesso a farlo in base alla tua storia personale, alla tua stazza fisica, alla tua età».
Quanto tempo ci si impiega a ‘conoscersi’? «Un paio di settimane, devo dire. È un periodo durante il quale il tuo nuovo quattro zampe ancora non ti guida, ma impara a conoscere la persona, la famiglia, l’ambiente, i posti in cui si trova a vivere e muoversi. Passata tale fase, si torna alla scuola e si trascorrono alcuni giorni a fare prove pratiche sia all’interno della struttura che all’esterno, di modo che possa essere valutato se la coppia funziona bene e se è in grado di muoversi in maniera indipendente in ogni situazione».
Quali sono i test da affrontare? «Sia percorsi simulati, sia giri veri e propri prima nelle vie più tranquille di Limbiate, poi nelle trafficate strade di Milano e sui mezzi pubblici. Se tutto fila liscio, cane e padrone possono iniziare per davvero la loro vita insieme».
Il suo attuale animale quanto tempo ci ha messo a ‘conoscere’ Alessandria? «Molto poco, a dir la verità. Hanno tutti una memoria fotografica straordinaria e ci mettono pochissimi giorni per imparare a riconoscere luoghi e tragitti abituali».
Ha sempre avuto labrador? «In verità no, perché trent’anni fa questo compito veniva affidato essenzialmente ai pastori tedeschi. Poi si è passati ai molossi, e quindi ai labrador e ai golden, e pur essendo tutti molto affidabili ovviamente il loro carattere è diverso: i secondi sono più socievoli e festosi, mentre il pastore è obiettivamente più protettivo. Non me la sento comunque di fare una graduatoria di merito, posso solo forse aggiungere che il labrador ha un pizzico di sesto senso in più. Ma sono, tutti indistintamente, animali straordinari».