Playoff e playout, con minacce di ricorsi
Posizioni discordanti anche all'interno della serie C
ALESSANDRIA – Che ne sarà della serie C? Il verdetto giovedì 28, dopo l’incontro tra Figc, il premier Conte e il ministro Spadafora per decidere se e come il calcio ripartirà. Se l’esito sarà positivo, prima toccherà alla A e poi a B e C, ma per la terza serie, oltre alle difficoltà, logistiche ed economiche, del protocollo sanitario, c’è l’impossibilità di concentrare in meno di 50 giorni (ammesso che si riparta a fine giugno) undici turni di campionato e i playoff integrali (e playout).
Il blocco della stagione lo può dcidere solo la Figc, ed è la terza ipotesi prevista dal consiglio federale che, prima, proverà a realizzare se non la prima (tutte le partite), almeno la seconda, con spareggi per promozioni e retrocessioni. Dal consiglio di Lega Pro di oggi sarebbe emersa l’opzione playoff per definire la quarta che salirà in B, con promozione diretta di Monza, Vicenza e Reggina, ma la partecipazione a queste gare sarebbe volontaria. Proposta che potrebbe non avere vita facile nel prossimo consiglio Figc del 3 giugno, e sul fondo c’è chi, come il Gozzano,ha già annunciato di non accettare la retrocessione diretta, da ultima, pronto a ricorrere alla giustizia sportiva e ordinaria.
I playoff ‘volontari’ potrebbero essere il prologo alla riforma anticipata del calcio professionistico? Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti, grande alleato di Balata della Lega di B contro Ghirelli, ha già puntualizato che non vuole il ritorno della C2, semiprofessionistica, perché le sue società di D avrebbero un gradino in più da salire verso la A. Ma anche Sibilia ha i suoi guai: le 36 società che occupavano gli ultimi quattro posti nei nove gironi della D non ci stanno alla retrocessione secca, e hanno già dichiarato guerra (legale). Un’altra grana da risolvere per la Figc.