Molinari e Rixi (Lega): «Cantieri e disagi sull’A26, no a pedaggi tra Ovada e Voltri»
Netta presa di posizione dei due esponenti del Carroccio
OVADA – Si prospetta un’estate più “calda” del solito sull’A26. Fra cantieri ispezioni e chiusure notturne, disagi e la crescente preoccupazione degli amministratori locali del Basso Piemonte e della Liguria (nella giornata di oggi i sindaci dei territori aderenti all’Unione dei Comuni delle Valli Stura, Orba e Leira hanno ottenuto un incontro – in programma il prossimo 3 giugno – con il prefetto di Genova, ndr), si allarga il fronte di coloro che chiedono il pedaggio gratuito fra il casello di Ovada e Genova, nel tratto più dissestato, con l’ormai cronica riduzione delle tre corsie per senso di marcia nei trenta chilometri che dividono l’ultimo avamposto piemontese con il capoluogo ligure. Dopo il capogruppo di LeU alla Camera, Federico Fornaro, anche la Lega ha preso posizione sulla vicenda.
«Autostrade sospenda i pedaggi autostradali tra Ovada e Genova Voltri fino alla chiusura dei cantieri che in questi giorni costringono gli automobilisti a continui scambi di carreggiata per chilometri e chilometri, tra Liguria e Piemonte, con inevitabili code – affermano il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, e il deputato responsabile nazionale Infrastrutture della Lega, Edoardo Rixi -. A ciò si aggiungano i disagi subiti dalle vallate Orba e Stura per le chiusure notturne del casello di Masone, che ha come conseguenza l’invasione del Turchino da parte dei mezzi pesanti, costretti a soste improbabili sulla viabilità ordinaria riducendo a una sola corsia il transito delle auto. Una situazione insostenibile che sta mettendo in ginocchio Comuni come Ovada, Masone, Campo Ligure, Rossiglione e Mele con la viabilità in tilt e rischi inevitabili sulla sicurezza degli automobilisti. In vista della riapertura tra regioni per il 3 giugno, chiediamo un intervento deciso del ministero dei Trasporti su Autostrade. Il conto dei balletti sulle concessioni tra Pd e 5 Stelle non devono pagarlo i cittadini».